Firenze, scandalo PD: il sindaco Nardella sotto accusa. Nel mirino decide di multe cancellate a parenti della Feccia

Un consigliere comunale di opposizione in catene davanti al comando della Polizia municipale. E cinque multe non pagate a causa di altrettante infrazioni commesse da due autovetture Ā«intestate a un parente di un componente della Giunta del sindaco Dario NardellaĀ». E il Ā«componenteĀ» in questione, specifica sibillino davanti ai giornalisti il capogruppo di Fratelli dā€™Italia a Firenze, Alessandro Draghi, lā€™uomo che ha sollevato il caso che imbarazza il primo cittadino fiorentino, si trova Ā«piĆ¹ su del consigliere comunale…Ā». A Palazzo Vecchio ĆØ esploso il ā€œmulta-gateā€. Cinque irregolaritĆ  in altrettanti posti, per un importo intorno ai 500 euro, i cui relativi verbali vanno dallā€™8 novembre 2020 al 24 novembre 2021. Cinque infrazioni in capo a due automobili diverse: una Nissan e un veicolo elettrico Piaggio. IrregolaritĆ , cosƬ arriva allā€™orecchio del consigliere Draghi da una segnalazione di alcuni cittadini, che non risulterebbero mai state sanate. E questo mentre Ā«i fiorentini, i pendolari e tutti i viaggiatori che devono attraversare la cittĆ , sono martoriati dalle multeĀ». Basti pensare, ricorda Draghi, che Ā«per il 2023 la Giunta Nardella ha messo a bilancio 110 milioniĀ» di sanzioni. Tra queste non ci sono quelle delle due vetture Ā«utilizzate da una figura importante di Palazzo VecchioĀ». Il guaio, per il Comune, ĆØ che lā€™esponente di Fratelli dā€™Italia vuole vederci chiaro: fin dal 19 gennaio scorso chiede un accesso agli atti per visionare i verbali relativi alle infrazioni. Vuole capire perchĆ© non sono state pagate: Archiviate per autotutela? Per un ricorso al Tar?

IL NODO PRIVACYĀ 
Niente da fare, il comando della Polizia municipaleĀ si trincera dietro la privacy. Ā«Mi hanno risposto che supera il diritto allā€™accesso del consigliere comunaleĀ». Draghi insiste, ma non trova un muro di gomma. CosƬ, ieri, si piazza davanti al portone del Comando, al piazzale della Porta al Prato, con tanto di catena al collo.Ā Ā«Ho chiesto per tre volte, in quattro mesi, di conoscere le motivazioni delle archiviazioni delle multe, ma il mistero ĆØ rimasto. E mi ĆØ venuto il sospetto…Ā». Le voci, in cittĆ , corrono. Una di queste, non confermata, azzarda che sia coinvolto in prima persona lo stesso sindaco Nardella, con le due vetture ā€œincriminateā€ che sarebbero intestate alla moglie. Ā«I fiorentini devono sapere se cā€™ĆØ qualcuno che fa il furbetto, se qualche dipendente ha voluto fare un piacere al parente del politico, oppure se ĆØ tutto regolare, la mia ĆØ una richiesta legittimaĀ», insiste Draghi. Mezzā€™ora dopo lā€™inizio della protesta, il capogruppo di Fratelli dā€™Italia viene chiamato dal vicecomandante della Polizia municipale. Ā«Ho ricevuto certezza che mi ĆØ stata mandata una comunicazione via PecĀ». Si tratta di una prima, parziale risposta alla richiesta di accesso agli atti. E certifica che le infrazioni sono, appunto, cinque: la prima archiviata da parte dellā€™Ā«agente accertatoreĀ» in quanto il veicolo sanzionato era elettrico e quindi autorizzato al transito; la seconda per un passaggio in una corsia preferenziale; la terza e la quarta per ingressi nella Ztl; la quinta il cui verbale risulta genericamente Ā«non pagato in misura ridottaĀ». Ad eccezione dellā€™ultima, su cui resta il mistero, e della prima, frutto di un errore, le altre tre infrazioni sarebbero state archiviate perchĆ© la targa risulterebbe comunque Ā«autorizzataĀ».

LA BEFFA

Si vedrĆ  se Draghi si accontenterĆ  di queste spiegazioni: Ā«Di una multa non sappiamo nulla, e poi non mi danno i verbali. Sono soddisfatto a metĆ . Sono pronto a incatenarmi nuovamente se non mi saranno forniti tutti i documenti per dimostrare la fondatezza delle archiviazioniĀ». E poi cā€™ĆØ beffa. Nel senso che lā€™amministrazione comunale di Firenze, quindi Nardella, replicando a Draghi annuncia sƬ lā€™avvio di unā€™Ā«indagine internaĀ» su quanto accaduto. Ma non per fare luce sulle archiviazioni delle sanzioni, ma per Ā«comprendere come sia possibile che un consigliere comunale possa apprendere informazioni sensibili su privati citadini. Questi dati non possono peraltro essere oggetto di richiesta di accesso agli atti per finalitĆ  istituzionaliĀ».

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