Ucraina, il nuovo schiaffo di Bergoglio alla feccia occidentale: oggi a Budapest ha discusso con il Presidente Orban, riconoscendo il suo ruolo da mediatore per la fine della guerra

Papa Francesco a Budapest fino al 30 aprile. Il Pontefice ha incontrato a Palazzo Sandor la presidente della Repubblica ungherese Katalin Novak e il primo ministro Victor Orban. Prima il Santo Padre ha avuto un faccia a faccia con Novak e successivamente si è intrattenuto con Orban tra i leader europei quello più vicino a Mosca, tra i pochi interlocutori rimasti per negoziare una pace tra Russia e Ucraina, quest’ultima confinante proprio con l’Ungheria. A Budapest risiede anche il metropolita Hilarion, un tempo numero 2 del patriarca russo Kirill, poi inviato in Ungheria per aver espresso riserve sull’invasione russa dell’Ucraina.

Unione europea, guerra, migranti sul tavolo del faccia a faccia in Ungheria. “Budapest è città di ponti. Vista dall’alto, la perla del Danubio mostra la sua peculiarità proprio grazie ai ponti che ne uniscono le parti, armonizzandone la configurazione a quella del grande fiume” ha dichiarato il Pontefice nel suo primo discorso pronunciato a Budapest. “Quest’armonia con l’ambiente mi porta a complimentarmi per la cura ecologica che questo Paese persegue con grande impegno. Ma i ponti, che congiungono realtà diverse, suggeriscono pure di riflettere sull’importanza di un’unità che non significhi uniformità. A Budapest ciò emerge dalla notevole varietà delle circoscrizioni che la compongono, più di venti. Anche l’Europa dei ventisette, costruita per creare ponti tra le nazioni, necessita del contributo di tutti senza sminuire la singolarità di alcuno”. Sulla guerra ha domandato dove sia la diplomazia per fare cessare le bombe: “In questa fase storica i pericoli sono tanti; ma, mi chiedo, anche pensando alla martoriata Ucraina, dove sono gli sforzi creativi di pace?”. E ancora sui migranti il Santo Padre ha ricordato che bisogna accogliere e non respingere: “È un tema, quello dell’accoglienza, che desta tanti dibattiti ai nostri giorni ed è sicuramente complesso”. Ma “è pensando a Cristo presente in tanti fratelli e sorelle disperati che fuggono da conflitti, povertà e cambiamenti climatici, che occorre far fronte al problema senza scuse e indugi. È tema da affrontare insieme, comunitariamente, anche perché, nel contesto in cui viviamo, le conseguenze prima o poi si ripercuoteranno su tutti. Perciò è urgente, come Europa, lavorare a vie sicure e legali, a meccanismi condivisi di fronte a una sfida epocale che non si potrà arginare respingendo, ma va accolta per preparare un futuro che, se non sarà insieme, non sarà”.

Al termine dell’incontro, accompagnato da Novak e dal Primo Ministro ungherese il Pontefice si è recato sul terrazzo dietro l’ex convento dei carmelitani, da cui si ammira la città di Budapest. Un incontro, dunque, i cui risvolti potrebbero avere conseguenze significative. Ma che, comunque, non è il primo. In precedenza, infatti, Bergoglio e Orbàn si sono visti altre tre volte: nel 2016, nel 2021 e nel 2022.

Nell’aprile 2022 Orban fu ricevuto in visita privata da Papa Francesco in Vaticano: Bergoglio lo ringraziò per aver accolto i profughi ucraini in fuga dalle bombe. “Ho chiesto a Papa Francesco di sostenere i nostri sforzi per la pace”, disse Orban al termine dell’udienza, cogliendo l’occasione per invitarlo per una visita di Stato in Ungheria.

Prima di allora, si erano visti a Budapest nel settembre 2021, insieme all’allora presidente della Repubblica d’Ungheria, Janos Ader, e ai vertici della segreteria di Stato vaticana, Pietro Parolin e Paul Richard Gallagher, durante la breve visita del Pontefice nella capitale ungherese per la messa di chiusura del Congresso eucaristico internazionale. Nel corso dell’incontro si parlò del ruolo della Chiesa in Ungheria, dell’impegno per la tutela dell’ambiente. E Orbán chiese a Bergoglio “di non far perire il cristianesimo in Ungheria”.

Il primo incontro – breve e non ufficiale – risale invece al 28 agosto 2016, quando Bergoglio ricevette Orbàn insieme ad altri leader e parlamentari cristiani europei partecipanti a Frascati all’annuale meeting della Rete/ICln, un gruppo di riflessione nato nel 2010 su iniziativa dell’arcivescovo di Vienna Christoph Schönborn e di Lord David Alton.

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