Dopo Torino, amche a Milano compare una bandiera della Nato: strappata in tempo zero senza troppi complimenti

Festa e ricordo. Milano celebra il 25 aprile, nel 78esimo anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo. Nella città medaglia d’oro della Resistenza tanti gli eventi che hanno animato la giornata di martedì.

Alle 14.30 l’appuntamento clou, quando è partito il grande corteo con partenza da corso Venezia, con tanto di “Bella ciao” in sottofondo. Arrivo in piazza Duomo, dove è stato allestito il grande palco. A intervenire, dopo l’introduzione del presidente dell’Anpi meneghina, Roberto Cenati, il sindaco di Milano, Beppe Sala, il segretario generale Cisl, Luigi Sbarra, e la presidente associazione nazionale partigiani Cristiani, Maria Pia Garavaglia. E ancora spazio alle parole della studentessa Farida Elashwal, a Dario Venegoni, presidente Aned, al numero uno dell’Anpi nazionale Gianfranco Pagliarulo e al partigiano Aldo Tortorella.

Sala e Schlein in corteo

Tra gli 80mila manifestanti anche la brigata ebraica e uno striscione in favore della Nato, fischiato da alcuni dei presenti mentre una bandiera dell’alleanza atlantica è stata strappata, in uno dei rarissimi momenti di tensione. In marcia anche cittadini ucraini con una grande bandiera della loro nazione – tanti i cori contro Putin – e l’associazione che riunisce gli ex deportati.

Nel serpentone anche la neo segretaria Pd, Elly Schlein, con fazzoletto rosso al collo, dietro lo striscione “Nata dalla resistenza”, slogan scelto dal partito con l’obiettivo di richiamare “il governo alla responsabilità nei confronti della resistenza e della memoria”, come hanno spiegato. Né in corteo né sul palco, invece, esponenti del governo. Quest’anno l’Anpi di Milano, in polemica dopo le parole di Ignazio La Russa su via Rasella, ha infatti deciso di non invitare né il presidente del Senato, La Russa, né quello della Camera Lorenzo Fontana.

In primissima fila il sindaco Beppe Sala. “Io non voglio essere critico a ogni costo ma certe cose se si sentono bisogna dirle ad alta voce, mettendoci la faccia. La Meloni in alcune occasioni pubblicamente ha mostrato una faccia decisa, ha urlato certe parole e certi slogan e quello che dovrebbe fare è mettere la faccia e dire con chiarezza e in maniera definitiva: siamo antifascisti”, ha detto il primo cittadino alla partenza.

Sala non crede possibile che il 25 aprile possa essere festeggiato da tutti: “Mi sembra difficile perché bisogna crederci 365 giorni all’anno prendendo le distanze da quelli che si considerano ancora eredi del fascismo, ce ne sono ancora parecchi in Italia. L’importante è che noi lo sentiamo e spero che Milano continui a sentire questo spirito. Andiamo avanti e per noi quella della Liberazione è una festa”.

In piazza tutte le sigle sindacali e i partiti di minoranza, da +Europa al Movimento cinque stelle passando per Italia Viva e Azione. Presenti anche Rifondazione comunista e Unione popolare con la storia bandiera della pace gigante.Il camioncino con cui sfilano i due partiti è tappezzato da manifesti con il volto del presidente del Senato e la scritta “La Russa dimettiti!”.

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