Bonaccini apre nei confronti di Giorgia Meloni e cannoneggia contro Schelin: riparte il caos tra la feccia del Pd

di Pietro De Leo per Libero

I rientri dalle vacanze sono sempre traumatici. Non si sottrae alla regola il ritorno dalla pausa di qualche giorno che Elly Schlein si è concessa, al termine della quale ha ritrovato sul tavolo tutti i grovigli di un Pd al cui interno rimane acceso uno scontro culturale.

Quanto il tema delle differenze sia vivo emerge anche dalle parole pronunciate dal Presidente Pd, Stefano Bonaccini, già avversario di Schlein nella corsa alla leadership. Alle telecamere di Skytg24, prima sottolinea la necessità di perseguire l’unità del partito: «La Segreteria Schlein – osserva – ha vinto il congresso e aveva il diritto di fare la sua proposta per la segreteria. Credo di aver convinto la gran parte di coloro che mi hanno votato che era giusto accettare la gestione unitaria del partito». Ma poi costruisce una piccola “mozione identitaria”, un richiamo al rispetto dei vari costrutti culturali presenti nel Partito del Nazareno.

«Abbiamo il dovere di lavorare insieme – spiega il Presidente dell’Emilia Romagna – ricordando che ci sono sensibilità diverse nel Pd. La sensibilità che proviene dal mondo cattolico, ad esempio, o da un mondo che esprime la cultura popolare, va riconosciuta e non certamente messa in un angolo. Se una cultura prevale e schiaccia le altre, il Pd rischia di non essere più quel grande contenitore plurale, riformista e progressista». Messaggio quasi sovrapponibile a quel «comporre la diversità» che Romano Prodi aveva richiamato qualche giorno fa, a Otto e Mezzo, riferendosi alla segreteria Schlein.

TUTTI I NODI

Attorno a questo nodo i temi sono molteplici. È sempre viva la questione irrisolta dell’utero in affitto. Elly Schlein (che prima di conquistare la segreteria si era detta favorevole) in questo momento nicchia alle richieste di un pronunciamento esplicito. Qualche settimana fa Silvia Costa, esponente del partito, aveva chiesto alla segretaria una parola chiara affinché «la maternità surrogata resti in Italia una pratica vietata e un reato e perché lo sia anche in ambito europeo ed internazionale». Sul punto hanno chiesto un incontro alla neo leader anche cento esponenti di sigle femministe, istanza rimasta al momento inevasa ma che, all’interno del partito, ha trovato accoglimento da parte della senatrice Valeria Valente. Quest’ultima ha incoraggiato l’apertura di un dialogo con le promotrici dell’appello: «La pratica femminista che la nuova segretaria può finalmente portare in dote al Pd, infatti, ci insegna l’arte del confronto e del rispetto tra diversi, che non si deve temere e che si può portare a sintesi», ha sottolineato. E poi c’è la questione del termovalorizzatore di Roma. M5S e Alleanza Verdi-Sinistra hanno in cantiere rispettivi ordini del giorno contro la realizzazione dell’impianto. Il tentativo è chiaro: far uscire allo scoperto Elly Schlein con una posizione. La questione è nota: il sindaco dem della Capitale, Roberto Gualtieri, che è anche commissario governativo sul dossier, è favorevole. Retaggio della vecchia segreteria. Il “nuovo” Pd, invece, ha mostrato delle oscillazioni in merito.

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