All’indomani dell’incontro al Cremlino tra Xi Jinping e Vladimir Putin, all’indomani del “piano di pace” o presunto tale presentato dalla Cina e rigettato con forza dagli Stati Uniti, continua a crescere la tensione tra Washington e Mosca.
Infatti il Cremlino, tramite il ministero della Difesa, ha reso noto che ieri, lunedì 20 marzo, un suo caccia Su-35 ha intercettato sul Mar Baltico due bombardieri strategici B-52H Usa, che “volevano in direzione del confine russo”. Il jet, secondo quanto riporta Interfax, sarebbe rientrato dopo che i bombardieri si sono allontanati.
L’episodio arriva a una settimana di distanza dal caso del drone statunitense abbattuto nel Mar Nero dopo essere stato intercettato da un caccia russo: era il 14 marzo. Mosca ha aggiunto che il volo del Su-35 sarebbe stato rigorosamente in linea con le regole internazionali relative all’uso dello spazio aereo. “Non è stata consentita alcuna violazione del confine di Stato della Russia”, concludono dal Cremlino.
Insomma, il rischio di una escalation si fa sempre più tangibile. E a complicare ulteriormente il quadro, gli attacchi di droni ucraini su basi militari russe in Crimea. Come scrive il Corriere della Sera, “sembra he i droni abbiano colpito alcuni vagoni ferroviari carichi di missili da crociera russi Kalibr nella stazione di Dzhankoi. Presi di mira anche l’aeroporto militare e le difese antiaeree, ieri in serata gli abitanti della Crimea postavano su Telegram video in cui si sentono forti esplosioni, ci sono stati blackout temporanei dell’energia elettrica”.
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