Marco Travaglio ha uno scambio al ristorante con un baldo giovane che gli si avvicina per contestare la presa di posizione contro l’invio di armi all’Ucraina.
Il ragazzo si dice esterrefatto che ai giorni nostri la Russia abbia potuto invadere l’Ucraina ma il direttore del Fatto Quotidiano gli fa presente le nostre invasioni dell’Iraq e dell’Afghanistan e le bombe su Belgrado.
Ancora, il ragazzo – ansioso di mostrare quanto sia preparato e dalla parte del giusto (siamo certi abbia all’attivo almeno una laurea, qualche master e le certificazioni più in voga) – paragona Putin ad Hitler, nella sua avanzata. Travaglio gli sorride facendogli notare le inappropriatezze dell’accostamento, che è un reale delirio.
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