Doppia scossa in di terremoto in pochi minuti, terrore nella notte a Napoli. Paura tra i residenti di tutto il circondario del capoluogo campano

Torna a tremare la terra nel nostro Paese e purtroppo non c’è da stupirsi. Secondo la Protezione Civile, l’Italia possiede una pericolosità sismica medio-altauna vulnerabilità molto elevata e un’esposizione altissima. Le regioni con un maggiore rischio sismico in Italia sono: Zona 1 (rischio alto): Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Umbria, Molise, Campania, Sicilia. Zona 2 (rischio medio alto): Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Basilicata. Zona 3 (rischio medio basso): Lombardia, Toscana, Liguria e Piemonte. Oggi la nostra penisola è stata colpita da una doppia scossa: scopriamo insieme dove, l’intensità e le conseguenze.

Due scosse di terremoto, di magnitudo 2.8 e 1.4, si sono verificate ieri sera nella zona dei Campi Flegrei, vicino a Napoli. La Campania, come dicevamo in apertura, figura tra quelle regioni italiane a rischio sismico alto. La prima scossa è stata registrata alle 23.40, la seconda un minuto dopo. L’epicentro della scossa di magnitudo 2.8 è stato localizzato dalla Sala operativa dell’Osservatorio Vesuviano, sede napoletana dell’Ingv, in zona Pisciarelli tra i comuni di Napoli e Pozzuoli, a una profondità di 3 km. La scossa è stata avvertita dalla popolazione, oltre che a Pozzuoli, anche nella città di Napoli, nello specifico nei quartieri flegrei di Pianura, Soccavo e Fuorigrotta.

L’epicentro della seconda scossa è stato localizzato nei pressi del vulcano Solfatara ad una profondità di 2 km. Nelle ore precedenti, alle 22.12, l’Osservatorio Vesuviano aveva localizzato un terremoto di magnitudo 2.1 sul Vesuvio, con epicentro a meno di 1 km di profondità. Come dicevamo, la paura è stata tanta: colpiti soprattutto i quartieri di Bagnoli, Fuorigrotta, Vomero, Rione Alto, Pianura, oltre a Pozzuoli, Quarto, Monterusciello.

A causare le continue scosse degli ultimi anni secondo quanto riferito dagli esperti è il fenomeno del bradisismo. La caldera dei Campi Flegrei è interessata, fin dagli anni ‘50, da significativi movimenti del suolo, fra cui appunto il lento sollevamento tuttora in corso da quasi vent’anni. Proprio per comprendere i meccanismi di questo fenomeno è nato lo studio “Data analysis of the unsteadily accelerating Gps and seismic records at Campi Flegrei caldera from 2000 to 2020”. L’obiettivo capire la rapidità del bradisismico e la sua possibile evoluzione. Gli scienziati in questi anni hanno indagato la presenza di fenomeni di periodicità negli episodi di deformazione del suolo e della sismicità più intensa.

«Le nostre analisi mostrano un aumento della velocità del sollevamento del suolo e un aumento della frequenza di accadimento dei terremoti a partire dal 2005. Il 90-97% del loro incremento è stato registrato dopo il 2011 e il 40-80% dopo il 2018. Il sollevamento del suolo sta tuttora proseguendo e nel mese di ottobre 2022 presso la stazione del Rione Terra di Pozzuoli lo spostamento verticale rispetto ai valori registrati nel 2005 ha raggiunto circa 100 cm, così come riportato nei Bollettini periodicamente emessi dall’Osservatorio Vesuviano», ha spiegato a “Today” Flora Giudicepietro, ricercatrice dell’Osservatorio Vesuviano dell’Ingv e coautrice dello studio.

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