Sostanze perfluoro alchiliche trovate in molte marche di carta igienica. La presenza di Pfas in questo prodotto di uso comune non è affatto innocua, potrebbe infatti favorire il cancro

di Francesca Biagioli per Greenme

Anche la carta igienica può contenere Pfas, sostanze perfluoro alchiliche note negli Usa come “forever chemicals” in quanto persistono a lungo nell’ambiente. La presenza di Pfas in questo prodotto di uso comune non è affatto innocua, potrebbe infatti favorire il cancro, secondo un nuovo studio

Un team di scienziati dell’Università della Florida, negli Usa, avvertono che anche la carta igienica potrebbe contenere Pfas, sostanze che sono state collegate da precedenti studi a determinati tipi di cancro, ma anche ad un basso numero di spermatozoi (quindi a una scarsa fertilità maschile).

Nella nuova ricerca, pubblicata su Environmental Science & Technology Letters, i ricercatori hanno rilevato sostanze nella carta igienica note negli Usa come diPAPs, perfluoroalkyl phosphate diester.

Questi composti, sono in realtà precursori degli Pfas, ovvero hanno la capacità di diventare diversi tipi di Pfas, come il Pfoa, o acido perfluoroottanoico, che è potenzialmente cancerogeno.

L’ispirazione per lo studio sulla carta igienica è nata da precedenti ricerche condotte dallo stesso team di scienziati che avevano esaminato la presenza di Pfas nei biosolidi, ovvero nei rifiuti solidi che provengono dagli impianti di trattamento delle acque reflue.

Da lì la volontà di capire il ruolo della carta igienica nel problema dell’inquinamento da Pfas. Così, con l’aiuto di volontari, i ricercatori hanno analizzato la carta igienica venduta in Africa, Europa occidentale e Nord, Sud e Centro America, estraendo Pfas dai campioni ma anche dai fanghi di depurazione delle acque reflue statunitensi.

Dopo aver scoperto la presenza di diPAP, che era la principale sostanza trovata nei campioni, hanno confrontato i loro risultati con i dati di precedenti studi effettuati sulle acque reflue.

Le conclusioni della ricerca mostrano che la carta igienica contribuiva per il 4% del diPAP che si trova comunemente nei sistemi fognari statunitensi e canadesi, ma in Europa quel numero è salito alle stelle. In Svezia, ad esempio, il diPAP rappresentava il 35% e in Francia addirittura l’89%.

Di conseguenza, nello studio gli esperti scrivono:

I nostri risultati suggeriscono che la carta igienica dovrebbe essere considerata una fonte potenzialmente importante di PFAS che entrano nei sistemi di trattamento delle acque reflue.

carta igienica pfas studio

@Environmental Science & Technology Letters

Purtroppo, anche la carta igienica riciclata non è sicura: potrebbe essere infatti contaminata da Pfas a causa del riutilizzo di materiali che contenevano originariamente diPAP.

Gli esperti sottolineano poi che:

La riduzione dei PFAS è fondamentale poiché gli effluenti delle acque reflue e i fanghi sono comunemente riutilizzati per l’irrigazione e/o l’applicazione sul terreno.

Non è la prima volta che viene fatta un’indagine del genere sulla carta igienica. Un test condotto da Mamavation, community di genitori “green”, ha trovato Pfas in alcune marche di carta igienica molto note negli Usa

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