Gismondo asfalta Conte, Draghi e Speranza: ci metteremo anni e anni a pagare le folli spese inutili sostenuti in questi tre anni di inutile terrore

Maria Rita Gismondo, direttrice del laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, è stata fin dal primo momento in prima linea nella battaglia per la verità su Covid vaccini. E ora che tutto rischia di finire in secondo piano non intende indietreggiare e vuole tenere alta l’attenzione su quanto è successo negli anni pandemici, per evitare che tutto venga insabbiato e che chi ha avuto delle responsabilità resti impunito. “In molti abbiamo sperato non soltanto che si voltasse pagina, ma anche che non si mettesse il coperchio su ciò che è stato fatto, per non ripetere più gli stessi errori. Mi sembra invece che stiamo sprecando quest’occasione”. Queste le sue parole, insieme a tante altre, a La Verità, in un’intervista a Maddalena Loy. La Gismondo è nera per la rabbia e, come le è solito, non le manda di certo a dire. Sentirla è una goduria.

A proposito della commissione d’inchiesta sul Covid, ad esempio, Gismondo aggiunge: “Non può essere affidata soltanto alla politica. O meglio: devono essere prima di tutto gli scienziati ad analizzare ciò che è successo, in seconda battuta gli esperti di politiche sanitarie. Ci dovrebbe essere un connubio tecnico-politico che conduca alla miglior soluzione per il cittadino”. E allora che dire di Pd e 5 Stelle che vogliono coinvolgere gli stessi scienziati che hanno gestito la pandemia? Gismondo è netta: “Questa è un’assurdità. Se il lavoro della commissione consisterà nel riconvocare soltanto gli stessi autori della gestione pandemica, non sarà certo un esame obiettivo. Nessuno ha mai detto ‘ho sbagliato’”.

Per Gismondo l’errore più eclatante commesso durante la pandemia di Covid è stato il trattamento riservato a bambini e ragazzi. “Se guardiamo le tabelle dell’Istituto superiore di sanità di fine 2020 – quando ancora i vaccini dovevano arrivare – i decessi erano concentrati negli anziani con almeno tre o quattro patologie. Senza voler trascurare i casi che hanno colpito altre fasce di età, è un fatto che abbiamo messo al 41 bis i giovani, costringendoli prima alla Dad e all’isolamento, poi a vaccini non necessari per la loro fascia di etàesponendoli peraltro ad alcuni effetti collaterali“. Una considerazione da brividi e che dovrebbe far tremare Conte, Draghi e Speranza. Anche sugli eventi avversi Gismondo è molto critica: “Non c’è stata una farmacovigilanza reale. Quando un farmaco è totalmente nuovo, e sperimentato in maniera incompleta vista la situazione di emergenza, bisogna annotare qualsiasi sintomo, anche se può apparire non correlato, perché ha un senso, quello di conoscere meglio il farmaco e utilizzarlo al meglio. Questo non è stato fatto. Anzi: c’è stato un periodo in cui i medici avevano addirittura timore di registrarli, gli effetti collaterali“.

Per Gismondo c’è stato un palese clima di persecuzione nell’era Covid e vaccini: “Sono stati espulsi dagli ordini medici che curavano i pazienti, questo non si è mai sentito nella storia della medicina. E curare i pazienti – obbligo deontologico – durante la pandemia gestita da Speranza è quasi diventato un torto”. Poi un’altra bordata: “Non consentire di avanzare il minimo dubbio su eventuali effetti collaterali, certamente è stato fatto con dolo. Non conosco il perché, ma la sensazione è che ci siano state delle linee comportamentali segnate, e che al di fuori di queste non si potesse e non sì dovesse andare. Non si può affatto escludere che il Covid sia stata anche una grandissima opportunità di mercato per qualcuno: gli altri vaccini che fine hanno fatto?”.

Infine, Gismondo accusa il grande spreco di denaro nell’era Covid e vaccini: “Si è perso il controllo delle spese sostenute per fronteggiare la pandemia. Le mascherine, i respiratori abbandonati nelle cantine degli ospedali… è so-lo la punta dell’iceberg ed è un debito che stiamo pagando noi. Non abbiamo il diritto di sapere se questo immenso budget è stato amministrato bene o male e se ci siano stati, come è evidente anche se non se ne parla, degli sprechi”. Quanto ai colleghi, Gismondo confessa una cosa da brividi: “Il consenso mi è stato manifestato in silenzio, in maniera quasi carbonara: una cosa da regime“.

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