“Non ho mai stimato chi tiene il piede in due scarpe” Maurizio Costanzo, finalmente qualcuno che spiega con esattezza chi fosse veramente

1. P2, QUANDO CONFESSÒ A REPUBBLICA “LORO FARABUTTI, IO UN CRETINO”

Estratto dell’articolo da “la Repubblica”

L’aveva definito “un grosso errore”, aggiungendo che gli errori fanno bene e fanno crescere. «Non credo a chi dice di non averne mai fatti, che fesseria… Però c’è anche chi, di grossi errori, ne fa due o tre. Io uno: e lo ammetto». La scoperta che Maurizio Costanzo facesse parte della P2, tessera numero 1819 (tre numeri dopo Berlusconi, 1816) fu un colpo durissimo per la sua immagine. […]

In principio smentì. Raccontò di essere stato iscritto “a sua insaputa”. Poi decise di confessare e lo fece con una intervista a Giampaolo Pansa su Repubblica del 5 giugno 1981. «Finora ho negato perché avevo paura di quanto si legge sui giornali», disse. Aggiungendo. «Sono entrato per ingenuità e per ambizione in un gruppo di farabutti.

Vorrei chiudere gli occhi e tornare al periodo che precedette il mio incontro con Gelli». Poi l’ammissione, relativa a una sua intervista a Gelli: «Sì, la feci perché qualcuno me lo chiese. Nei corridoi di via Solferino mi dicevano che avevo intervistato uno dei padroni del Corriere. Io non lo pensavo, ancora adesso non ci credo ».

Nel dialogo con Pansa, Costanzo ammise più volte il suo rammarico per la scelta di iscriversi alla Loggia. «Era un gruppo di farabutti, di inconsapevoli e di cretini. Sì, cretini come me. Ho fatto uno sbaglio davvero cretino». […]

2. ALDO GRASSO FA A FETTE COSTANZO: “A SINISTRA E CON BERLUSCONI, COL PIEDE IN PIÙ SCARPE. SI PUÒ STIMARE UN ISCRITTO ALLA P2 E CHE INTERVISTA LICIO GELLI?” E SULLA DE FILIPPI…

Estratto dell’articolo di Maria Francesca Troisi per www.mowmag.com

“Maurizio Costanzo ha creato dei mostri”. Dice proprio così Aldo Grasso, critico del Corriere della Sera, che nella carrellata di reazioni zuccherose postume diviene una delle poche voci fuori dal coro. […]

In un’intervista per i suoi 80 anni (concessa a Dagospia) Costanzo diceva: “Vorrei che Aldo Grasso possa un giorno comprendere che nel mio lavoro ho fatto qualcosa di buono”. A posteriori, ha cambiato idea?

«Dei morti bisogna sempre parlare bene, è la prima regola. Sicuramente ha portato in Italia un genere nuovo, ma non sono mai stato entusiasta della sua televisione. Certo, era un grandissimo professionista, ma…»

Ma?

La sua era una Tv da uomo di potere. Amico della sinistra e amico di Silvio Berlusconi, consulente di tutti gli uomini politici e anche delle principali imprese italiane, insomma aveva la capacità di tenere sempre il piede in più scarpe.

E ha creato dei personaggi sopravvissuti a più di una stagione. Esempio Sgarbi, che individua anche degli eredi, Giletti, Porro, che pensa di questa lettura?

«[…] ha creato dei personaggi che sono sopravvissuti, ma ha creato anche dei mostri, nel senso di persone esaltate, fuori di testa, e proprio a causa delle apparizioni al Costanzo Show».

La sua principale invenzione rimane sempre la moglie, Maria De Filippi? Forse la donna più potente d’Italia.

O forse il contrario? Anche questo è un caso strano. Costanzo aveva troppo di tutto, i programmi Tv, le collaborazioni giornalistiche, quattro mogli…

Filippo Facci sostiene: “È stato un giornalista utile sino alla fine degli anni ’80… Il resto fu intrattenimento e divenne un banalizzatore”. Sposa questo pensiero?

Sì, direi che Facci è della mia stessa idea. Mi vanto di essere stato invitato tante volte al Maurizio Costanzo Show e di non esserci mai andato.

Per una mancata stima, suppongo.

La verità? Il personaggio mi piaceva moltissimo, ma non mi piaceva la persona. Uno iscritto alla P2, uno che ha intervistato Licio Gelli, l’abbiamo rimosso?

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