Ucraina, nessuno racconta le dichiarazioni dei capi militari di Italia e Usa? Entrambi stanno dimostrando molto piu’ buonsenso della feccia dei politicanti di tutto l’occidente

di Andrea Tundo per Il Fatto quotidiano

Il numero uno delle Forze armate italiane: “Non possiamo permetterci un conflitto congelato nel cuore dell’Europa”. Parole sovrapponibili a quelle di Mark Milley, che da tre mesi predica prudenza. E Cavo Dragone si pone alcune domande: “Avremmo potuto avere una maggiore possibilitĆ  nel proporre dialogo e inclusione? Dovremo fare un esame di coscienza per capire se la comunitĆ  internazionale poteva dare delle risposte in questo senso”

Per rintracciareĀ pragmatismoĀ eĀ prudenzaĀ tra le autoritĆ , a un anno dopo lā€™inizio dellā€™invasione russaĀ inĀ Ucraina, bisogna ascoltare leĀ alte sfere militari. PuĆ² sembra un paradosso, ma dal capo di Stato maggiore UsaĀ Mark MilleyĀ al capo di Stato maggiore della Difesa italiana,Ā Giuseppe Cavo Dragone, le voci piĆ¹Ā realisteĀ sono quelle di chi guida leĀ forze armate. ā€œNessuno puĆ² vincere la guerraā€, hanno detto entrambi. E non una volta sola. Lā€™ultimo a ribadirlo in ordine di tempo ĆØ stato Cavo Dragone: ā€œSono sempre dellā€™idea che una soluzione militare non si possa trovare. NĆ© gli uni, iĀ russi, riusciranno mai a disarcionare laĀ leadership ucraina, nĆ© gli ucraini potranno riuscire a riconquistare tutti iĀ territoriĀ che sono statiĀ invasiĀ dalla Russia. Questo ĆØ un dato che rimane costante nel tempoā€, ha spiegato nel giorno in cui cade ilĀ primo anniversarioĀ dellā€™inizio del conflitto.

ā€œSicuramente non possiamo permetterci un altroĀ conflitto ā€˜congelatoā€™Ā nel cuore dellā€™Europa. Lo avevo detto alĀ Copasir: ĆØ necessario fare una riflessione sul dopo, sul mondo che verrĆ , diverso da quello che era prima dellā€™invasione dellā€™Ucraina. Non ci sono alternative a superare le macerie e il doloreā€, ĆØ stato lā€™alert consegnato dallā€™ammiraglio che guida le forze armate italiane in unā€™intervista aĀ La Stampa. CosƬ mentreĀ ampie fette del mondo politico-istituzionale su entrambe le sponde dellā€™oceano sostengono che lā€™UcrainaĀ ā€œdeve vincereā€Ā e il mondo occidentale farĆ  di tutto per sostenerla, i piĆ¹ esperti delle dinamicheĀ boots on the groundĀ di un conflitto affermano lā€™esatto contrario, predicandoĀ prudenza. E avvertono sui rischi dellā€™escalation. Milley lo ha detto giĆ  tre volte in poco piĆ¹ di tre mesi.Ā Lā€™ultima volta, la scorsa settimana, ha scelto le colonne delĀ Financial Times: ā€œSarĆ  praticamenteĀ impossibileĀ per i russi raggiungere i loroĀ obiettiviĀ ed ĆØĀ improbabileĀ che la Russia riesca a conquistare lā€™Ucraina. Non succederĆ ā€. E ha poi sottolineato: ā€œĆˆĀ molto difficileĀ che le forze di Kiev riescano a cacciare quelle di Putin dai loro territoriā€. Insomma, il conflitto ā€œpuĆ² solo concludersi a un tavolo negozialeā€.

Cavo Dragone ĆØ andato oltre, ponendosi alcune domande che investono anche lā€™origine del conflittoĀ e laĀ posturaĀ che iĀ leader occidentaliĀ hanno assunto prima del 24 febbraio 2022. La premessa ĆØ che la risposta ā€œnon cā€™ĆØ ancoraā€ ma ā€œdovremo darla nel prossimo futuroā€, quindi si chiede il capo di stato maggiore della Difesa: ā€œCi sono stati elementi diĀ instabilitĆ Ā che non abbiamo colto? Cā€™ĆØ stata qualcheĀ carenzaĀ nella comunicazione? Avremmo potuto avere una maggiore possibilitĆ  nel proporreĀ dialogoĀ e inclusione? Dovremo fare unĀ esame di coscienzaĀ per capire se laĀ comunitĆ  internazionaleĀ poteva dare delle risposte in questo sensoā€. Interrogativi che posti in un salotto tv italiano da unā€™analista o da un politico avrebbero scatenato il finimondo. Ma essendo Cavo Dragone di certo non tacciabile diĀ ā€œputinismoā€Ā non vengono criticate. Lā€™ammiraglio ha anche aperto aiĀ 12 punti per la paceĀ resi pubblici dallaĀ Cina, riservandosi di approfondire il documento, perchĆ© ā€œal momentoĀ non dobbiamo trascurareĀ nullaā€ e ā€œqualunque elemento possa essere foriero di unĀ cambio della situazione, va esaminato con attenzioneā€.

VOGLIAMO GLI AMMIRAGLI.Ā 

di Marco Travaglio per Il Fatto Quotidiano

Eniente: siccome ormai i generali sono molto piĆ¹ pacifisti dei politici e della stampa al seguito, le Sturmtruppen si sono giocate pure il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone. Che ieri ha rilasciato una bella intervista a Marco Menduni per la Stampa, che ā€“ in bocca a un altro ā€“ sarebbe subito liquidata come propaganda del partito putiniano, o ā€œpacifintoā€ o ā€œdella resaā€. Sapendo cosā€™ĆØ la guerra e cosa rischiamo con la folle escalation, mentre giĆ  si sdoganano caccia e missili a lunga gittata e magari prossimamente truppe e testate nucleari, lā€™alto ufficiale mette in fila i fatti.

Gli stessi che il suo ex collega Mini certifica da un anno sul Fatto e il suo omologo americano Milley ripete da mesi: la Russia non puĆ² (o forse ā€“ aggiungiamo noi ā€“ non ha mai voluto) prendersi lā€™intera Ucraina e lā€™Ucraina non puĆ² riprendersi i territori invasi dalla Russia. ā€œQuesto ĆØ un dato che rimane costante nel tempo. Non esiste una soluzione militareā€. Di qui dovrebbe partire ogni scelta politica, non dal mantra ovvio e moralistico ā€œcā€™ĆØ un aggressore e un aggreditoā€, che andava bene un anno fa e ora, dopo 300 mila morti, 10 milioni di profughi, la devastazione fisica di mezza Ucraina ed economica (e anche etica) di tutta Europa, lascia il tempo che trova.

Se fosse realistica lā€™idea che, inviando armi sempre piĆ¹ devastanti, Kiev riconquisterĆ  i territori perduti, lā€™opzione dei bellicisti ā€“ per quanto spregevole per chi ritiene sacra ogni vita umana, oltrechĆ© la Costituzione ā€“ avrebbe almeno un senso. Ma tutti gli esperti veri lo negano. La controffensiva ucraina di settembre ĆØ durata poco e ha recuperato minime porzioni delle quattro regioni annesse dai russi a Est e a Sud. E ora Kiev paventa una contro-controffensiva russa con 300 o 500 mila uomini. Dice Cavo Dragone: ā€œNon possiamo permetterci un altro conflitto ā€˜congelatoā€™ nel cuore dellā€™Europaā€. Serve ā€œuna riflessione sul dopoā€: non sul ripristino dello status quo ante 2022, ma ā€œsul mondo nuovo che verrĆ , diverso da quello che era prima dellā€™invasione. Non ci sono alternative a superare le macerie e il doloreā€, per evitarne altri. E per disegnare un futuro di sicurezza per Kiev, ma anche per Mosca e gli altri Stati dellā€™Est Europa, urge in Occidente ā€œun esame di coscienzaā€ per capire se si fece di tutto per evitare lā€™invasione di Putin: ā€œCi sono stati elementi di instabilitĆ  che non abbiamo colto prima del 24 febbraio?ā€. Si poteva fare di piĆ¹ ā€œnel proporre dialogo e inclusione?ā€. Ora ogni iniziativa negoziale va colta al volo, anche quella cinese: ā€œNon dobbiamo trascurare nullaā€. E la domanda ĆØ: ma Meloni, Mattarella&C. chi ascoltano prima di decidere se, oltre al Parlamento, ignorano anche il capo di Stato maggiore della Difesa?

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