“Voglio essere pu**ana dall’inizio alla fine” Ecco i grandi valori del Festival di Sanremo: vi presentiamo l’analfabeta Elodie, promossa dalla sinistra quale icona dei giovani grazie agli sproloqui sui clandestini

Mancano poche ore, ormai, all’inizio del festival di Sanremo 2023. In gara, tra i 28 concorrenti, ci sarà anche Elodie, che quest’anno torna al Festival per la terza volta in carriera, con “Due”, che racconta di una relazione finita male. L’artista romana è già arrivata a Sanremo e sta rilasciando le prime dichiarazioni relative alla sua partecipazione al festival, una manifestaizone che ha inevitabilmente a che fare con la costruzione della sua immagine rispetto al pubblico. Le partecipazioni in gara all’Ariston hanno delineato in modo preciso, anche nell’estetica, quella spregiudicatezza di cui Elodie è indubbiamente testimone.

Proprio nelle scorse ore Elodie ha parlato con la stampa rilasciando alcune dichiarazioni che vanno nella direzione di rimarcare quell’elemento identitario che ha a che fare con la libertà di espressione attraverso il proprio corpo in una maniera impudente e spavalda. In un’intervista rilasciata a DavideMaggio.it ha ripreso una dichiarazione contenuta nel documentario che la racconterà, in uscita su Prime Video il 20 febbraio, in cui rimarca la volontà di “essere pu**ana“. Una parola che lei intende in un’accezione positiva, come spiega: “Io anche coatto lo uso nello stesso termine. Puttana intendo stronza, ossia decisa, che sa quello che vuole. Do una accezione positiva alla parola puttana”. E aggiunge: “Vengo dalla strada e nella strada si usa. Ci sono dei termini molto volgari per intendere delle cose molte belle, per me”.

Proprio rispetto alla sua femminilità “riscoperta” anche attraverso Sanremo, Elodie specifica che in quel cambio di rotta ci fosse della programmazione in termini di marketing, tesa tuttavia a far riemergere proprio una sua connotazione identitaria: “Io in qualche modo sono un po’ la manager di me stessa. C’era l’esigenza dell’esprimermi, ci sono tanti lati di me, che poi ci focalizziamo più su un lato che su un altro ma sono sfaccettata. Avevo bisogno di ritrovare una femminilità arrogante, che avevo perso in quei 2 anni ad Amici perchè avevo trovato una parte un po’ più fragile, più bimba. Invece prima di Amici ero molto più padrona anche della mia fisicità, quindi un po’ mi mancava non riconoscermi, mi sentivo spaesata. C’era anche del marketing perchè pensavo: io voglio fare questo lavoro, devo capire come farlo. E’ un lavoro fatto tanto di decisioni, di scelte, non è solo talento perché il talento probabilmente ce l’abbiamo tantissimi e c’è chi ce l’ha magari anche più  di me, ma è un lavoro fatto di tante cose che si collegano”.

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