di Giulia Bertotto per Quotidianoweb
Silvana De Mari è scrittrice, autrice di tantissimi libri fantasy e per ragazzi, è medico specializzato in chirurgia generale e in psicologia cognitiva, ha praticato la professione di chirurgo in Italia e in Africa; attualmente si occupa di psicoterapia.
La cura della persona, soma e psiche, è insomma la sua missione e vocazione.
Anche la scrittura ha un’efficacia terapeutica con il suo procedere dentro sé stessi nella ricerca interpretativa delle proprie emozioni e della propria trama, non crede?
Certamente, infatti noi psicoterapeuti invitiamo le persone a tenere un diario, perché scrivere rende il nostro pensiero più lucido, non solo, la scrittura come strumento di consapevolezza ci rende meno manipolabili.
È il concetto espresso da George Orwell nel libro 1984, nel quale il protagonista aspirante dissidente viene perseguitato quando inizia a riportare ciò che osserva e pensa in un quaderno, si mette quindi nella condizione di scrivere.
Ho espresso lo stesso concetto anche se in maniera più leggera e divertente nel libro L’ultima stella a destra della luna; infatti, la letteratura per ragazzi può contenere qualsiasi concetto, anche quello più drammatico, l’importante è riuscire a veicolarlo in modo da alternare struggente ed esilarante.
La scrittura è potentissima, può sollevare rivoluzioni e contenere l’angoscia di bambini e adolescenti.
Scrivendo modifichiamo lo stato mentale della persona che legge, trasmettiamo emozioni e possiamo commuovere, provocando un effetto neurologico vero e proprio.
Quindi chi scrive deve essere responsabile, non può scrivere solo cose zuccherose, ma deve portare al lettore fede nella vita pur raccontando il dolore e il tragico, cosa che un enorme quantitativo di letteratura e cinematografia attualmente non sta facendo, sta anzi distribuendo menzogna e svilimento.
È uno tra i motivi per cui la depressione negli ultimi sessant’anni è aumentata del 1200%, i motivi sono tanti ma questo non è l’ultimo.
Quando scriviamo dobbiamo chiederci cosa stiamo dando al lettore perché i libri che noi scriviamo hanno un effetto più forte e duraturo di noi stessi.
Tutti i miei libri sono stati censurati oppure rifiutati dalle case editrici, ecco perché si possono trovare sulla piattaforma L’Emporio, una formichina contro Amazon, ma questa è una scelta nella quale credo.
Lei è stata tra i primi personaggi pubblici ad allertare su quelle che durante la pandemia da Covid-19, DPCM, le norme e gli atteggiamenti discriminatori sollevavano emergenze democratiche e costituzionali più che igienico-sanitarie.
Sono estremamente perplessa per via del fatto che a comprendere cosa stesse accadendo siamo stati così pochi, soprattutto nell’ordine medico e scientifico.
La verità, infatti, è stata evidente fin dall’inizio.
La Sars-coV2 è arrivata in Italia nell’autunno 2019 circolando “clandestinamente” fino a dicembre dello stesso anno e ne siamo certi per l’analisi delle acque reflue.
Nell’arco di questi mesi molti medici hanno sostenuto di essersi imbattuti in polmoniti interstiziali anomale che riscontravano per la prima volta.
Tuttavia, questi medici le hanno semplicemente curate, come si cura di solito questa patologia: antibiotico, cortisone, antinfiammatorio ed eparina per i pazienti anziani. Molti pazienti sono guariti e molti sono morti.
Ma sono morti da esseri umani, tra l’affetto e l’assistenza dei familiari, e non da cani, soli, senza estrema unzione né qualcuno che tenesse loro la mano, come poi previsto dai protocolli anti-Covid.
Arriviamo a febbraio 2020 quando in Gazzetta ufficiale viene comunicato lo Stato di emergenza della durata di sei mesi. Dopo di che inizia un teatrino ridicolo che sembrava fatto di proposito perché la popolazione si contagiasse.
Burioni dichiara che il virus non stava circolando (E cosa ne sapeva? Aveva svolto 60 milioni di test?), iniziano le campagne “abbraccia un cinese”, “l’unico virus è la paura” tra un involtino cinese mangiato in tv e l’altro.
Il ministro Speranza spende denaro pubblico per uno spot in cui si dichiara che il virus ha una bassa contagiosità ma non è vero.
Il virus ha un’elevatissima contagiosità ma una bassissima mortalità.
Il 15 febbraio Giuseppe Conte dichiara a reti unificate “siamo pronti, abbiamo tutto” per fronteggiare la malattia.
A marzo ricevevo chiamate ed email di capo sala che mi imploravano di scrivere articoli per denunciare che mancava persino l’Amuchina.
Nel dubbio che di materiale sanitario ne avessimo troppo, alcuni giorni dopo Di Maio (non sappiamo a che titolo dato che non era al momento ministro degli Esteri) regala alcune tonnellate (non sappiamo quante) di materiale protettivo come mascherine alla Cina.
Dopo pochi giorni, c’è la virata, niente abbracci né involtini, la Covid sta falciando vite in tutto il globo terracqueo e bisogna usare le maniere forti per arginarla.
Il 22 febbraio una circolare di Speranza dichiara che sta circolando una malattia gravissima per la quale non si conoscono cure e i contagiati vanno isolati anche in casa.
I familiari passano il cibo da sotto le porte e scappano mentre i medici di base non possono recarsi a casa dei pazienti.
E chi avrebbe dovuto curare le persone se non i medici? Dovevamo mandare avvocati o soubrette a curare la gente? Una circolare ha quindi abolito l’intera medicina domiciliare sul territorio nazionale.
I pazienti sono stati lasciati soli con un numero verde al quale, che io sappia, nessuno ha mai risposto. Perciò naturalmente cosa facevano i malati? Si recavano in ospedale, intasandoli.
Lì almeno la metà dei pazienti sono deceduti a causa di infezioni ospedaliere. In questo modo l’eliminazione istantanea della medicina domiciliare ha aggravato in maniera esiziale la situazione.
La medicina sul territorio è stata abolita nel momento in cui serviva di più.
Ecco, quindi, perché le linee guida del Ministero della Salute sono errate e antiscientifiche. Come è possibile che me ne sia accorta solo io e pochi altri?
I pazienti erano abbandonati a sé stessi, i medici non facevano i medici, ruolo che svolgevano alla meno peggio i familiari, intanto però i politici facevano i medici. Insomma, nessuno voleva avere a che fare davvero con il morbo. E sul Protocollo Tachipirina e Vigile attesa cosa ci dice?
Un altro scandalo è quello che riguarda la Tachipirina: non si deve mai usare il paracetamolo in caso di malattie infiammatorie.
Il paracetamolo abbatte il glutatione e così favorisce l’infiammazione. Non solo, abbassando in modo sbagliato la febbre scalza l’unica difesa che l’organismo ha contro l’infezione stessa.
La Covid è una malattia infiammatoria ed è stata data proprio la Tachipirina che non solo non ha un’azione antinfiammatoria, ma oltretutto abbatte il glutatione peggiorando il quadro.
Quindi secondo lei si somministrava un farmaco inefficace e anche dannoso mentre con la “Vigile attesa” si attendeva che…facesse effetto.
La vigile attesa non esiste in medicina se non in chirurgia e ostetricia, quando si è in dubbio se operare o no. In medicina prima si interviene su un paziente e meglio è, in qualsiasi caso.
Non solo, antibiotici o cortisonici si somministravano solo dopo che il paziente, impacciato e spaventato, da solo a casa col suo saturimetro spesso male utilizzato, andava in calo di ossigeno, cioè a danno polmonare già avvenuto.
Intanto qualsiasi medico sapeva che alti tassi di vitamina C e D aiutano notevolmente a combattere tutte le infezioni (anche virali).
E cosa dicevamo a questi malati? Nessuno dava loro vitamina C e ai familiari si diceva di stare chiusi in casa invece di uscire ad assumere questa benedetta vitamina D.
E chi osava parlare di vitamine veniva tacciato di stregoneria, come se non facessero parte della nostra biologia.
La vitamina D non solo potenzia il sistema immunitario ma blocca anche la cascata di citochina che è il nucleo patogenetico della Covid.
Eppure, nelle linee guida governativa non c’è traccia di queste cure che conosce anche uno studente di medicina di primo anno che abbia dato un esame di farmacologia.
C’è perfino scritto di non prescriverle. Sono insomma le linee guida perfette per non curare.
Da quanto sappiamo un altro rimedio deriso e ostracizzato è l’olio di fegato di merluzzo che contiene vitamina A, D e Omega 3.
Io ho sostenuto fin dall’inizio questo preparato per rafforzare il sistema immunitario, anche uno studio della facoltà di Oslo sostiene di utilizzarlo.
E ora devo rispondere a procedimenti all’Ordine dei Medici per aver parlato pubblicamente di questo componente prezioso per le cure.
Come si fa ora a non pensare che tutti questi errori non possano essere stati fatti per ingenuità in buona fede.
La Covid anche all’inizio aveva una bassissima mortalità, dello 0,5 o anche 0,7% se ben curata, e soprattutto a morire erano persone con più di 80 anni e con 3 patologie pregresse.
Bisognava dire alle persone di uscire invece siamo stati obbligati a fare ciò che era più pericoloso: stare chiusi in casa.
Questo è accaduto solo in Italia, in Germania i giardini pubblici erano pieni di gente, qui è stato vietato l’accesso ai parchi verdi. Si è agito per demolire i sistemi immunitari delle persone.
Io mi domandavo: ma dove sono i medici? Cosa hanno insegnato nelle facoltà di medicina?
Anche la tensione emotiva, terrore della morte o di perdere il lavoro, contribuiva a debilitare le difese naturali e autoregolate del nostro organismo.
Sì, la gente chiusa in casa era una fabbrica di cortisolo, ormone dello stress e della paura che indebolisce il sistema immunitario.
E se non bastava il confinamento a produrre cortisolo ecco pronti i bollettini, i servizi televisivi fin dentro le terapie intensive.
Ma come non si può andare al parco da soli e delle troupe televisive possono accedere ai reparti di rianimazione violando la dignità del paziente, il suo diritto a non essere sbattuto in televisore senza mai aver firmato un’autorizzazione, e forse violando anche la biosicurezza.
La gente bloccata in casa ha iniziato a cucinare dolci, perché lo zucchero ha un effetto (solo apparentemente!) antidepressivo; tuttavia, lo zucchero raffinato è anche il miglior alleato delle infezioni e il più acerrimo nemico del sistema immunitario.
Magari sono pure ingrassati o hanno sviluppato un diabete, e sia l’obesità che la vita sedentaria, che il diabete peggiorano l’infezione covid.
A proposito di vaccini m-RNA.
Il prof Angus Dalgleish, Professore di Oncologia presso la St George’s University di Londra ha lanciato una denuncia in una lettera pubblicata su The Daily Sceptic. Il prof. Dalgleish è membro del Royal College of Physicians del Regno Unito e dell’Australia, del Royal College of Pathologists e dell’Academy of Medical Scientists e nella suddetta missiva scrive che “Il legame con coaguli, miocardite, infarti e ictus è ormai ben accettato, così come quello con mielite e neuropatia. (Abbiamo previsto questi effetti collaterali nell’articolo del QRBD del giugno 2020 di Sorensen et al. 2020, poiché l’analisi blast ha rivelato il 79% di omologie con epitopi umani, in particolare PF4 e mielina)”. Aggiunge poi di un aumento di tumori, infatti “Le segnalazioni di soppressione immunitaria innata dopo l’uso dell’mRNA per diverse settimane corrispondono alla realtà, poiché tutti questi pazienti finora hanno avuto un melanoma o un tumore a base di cellule B”.
Posso confermare le conclusioni riportate da questo e molti altri studi; infatti, i sieri genici indeboliscono il sistema immunitario e questo favorisce anche l’insorgenza di tumori.
Questo aggiunto al fatto che per due anni gli ospedali e centri di ricerca non hanno eseguito gli screening alle persone a rischio cancro e altre serissime patologie cronico-degenerative; tale combinazione ha scatenato una vera piaga.
Non sono state fatte tac, endoscopie, esami specifici…tutto è stato fatto per distruggere la salute collettiva e il tessuto sociale.
Adolescenti suicidi, depressioni infantili, matrimoni distrutti per via del confinamento coatto.
Il virus è ingegnerizzato ed è stato creato per motivi stragisti.
Perché? A quale scopo?
Ce lo spiega il Forum di Davos. Senza troppi giri di parole noi persone comuni a Davos facciamo schifo.
Siamo secondo loro troppi, pretendiamo di mangiare, vogliamo lavorare, alcuni vorrebbero perfino essere informati e politicamente attivi. Non è pensabile per dei neomalthusiani.
Devono resettare la nostra identità linguistica, religiosa, nazionale, culturale e se possibile anche levarci di mezzo fisicamente.
L’obiettivo è quota 3 miliardi e non di più.
Lo fanno con la digitalizzazione che spinge l’impoverimento del pensiero fino alla demenza digitale.
Lockdown, digitalizzazione e metodo governativo tramite emergenze sono tasselli dello stesso disegno.
Mettiamo invece di vivere in una società alla quale interessi conciliare salute collettiva e salute individuale. In una comunità civile si deve tutelare l’interesse individuale ma anche quello sociale, altrimenti si torna allo stato di natura. Tuttavia, non si può neanche imporre un totalitarismo sanitario. Resta insomma un dilemma politico e sociale, al di là dello specifico caso Covid.
La sua osservazione è corretta, il punto è che qui si dice di voler fare prevenzione solo con i vaccini.
Il vaccino è un farmaco biologico la cui somministrazione non può essere massiva perché esso porta una patologia teoricamente lieve in colui che lo riceve, per tutelarlo, teoricamente, dalla forma grave della stessa.
Quindi l’inoculazione vaccinale deve essere sempre valutata in base alle condizioni del singolo paziente. Nessun vaccino è innocuo, anzi ogni vaccino è un danno, per quanto lieve.
E il primo principio della medicina è prima di tutto non nuocere.
Questo non deve mai passare in secondo piano, nemmeno per eventuali ragioni di salute pubblica.
Il medico non deve sconfiggere la morte e non ha doveri verso la comunità o gli immunodepressi o l’umanità; il medico non deve nuocere al paziente.
Il medico non ha una missione di salvezza universale ma ha giurato un unico dovere ed è verso il paziente che ha davanti, altrimenti è medicina nazista.
Il concetto di salute collettiva è molto complesso perché ci porterebbe ad affermare che si debba proibire la promiscuità o la prostituzione o l’uso di droga, o perfino l’obesità e il vizio del fumo, laddove queste pratiche siano direttamente lesive della salute collettiva o anche solo indirettamente delle finanze pubbliche.
La prevenzione si fa smettendo di bombardare i neonati con dozzine di vaccini senza criterio, si fa con l’educazione sessuale nelle scuole (altro che gender), si fa con campagne di comunicazione che invitino i cittadini a fare sport, mangiare sano.
La prevenzione si fa con l’acqua potabile e gli impianti fognari che funzionano nelle zone più arretrate del mondo da cui molte malattie provengono.
L’unica prevenzione che funziona è il benessere che parte dall’allattamento, dall’alimentazione, dall’educazione civica ed emotiva, e come abbiamo detto all’inizio anche con l’informazione onesta, la creatività, l’arte, la letteratura e la scrittura.
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