“Nanoparticelle nelle ovaie e nel midollo osseo”. L’intervento del professor Giovanni Frajese alla manifestazione “Premio Montagnier”

di Antonio Oliverio per IlParagone

Pensiero unico, propaganda e, soprattutto, “negazione totale della scienza”. Della vera scienza. Non ha usato mezzi termini, Giovanni Frajese – tra coloro che hanno ricevuto il Primo Premio Luc Montagnier – nell’illustrare il clima e le storture che per quasi tre anni hanno condizionato pesantemente le nostre vite. L’endocrinologo e professore associato all’università degli studi di Roma Foro italico, tra le pochissime voci che si sono levate dal coro unanime della categoria medica, è stato premiato da Gianluigi Paragone, leader di Italexit e ideatore dell’evento dedicato al premio Nobel oggi scomparso, colui che tra i primi smascherò l’inganno Covid. Vituperato e oltraggiato per le sue posizioni coraggiose, insultato da uno come Bassetti, Luc Montagnier oggi rivive nell’iniziativa a lui intitolata. Premiati anche Maurizio Belpietro, direttore de La Verità, l’oncologo Mariano BizzarriStefano Puzzer, per aver difeso i diritti dei lavoratori portuali di Trieste, e l’associazione “Danni Collaterali”, rappresentata dall’avvocato Andrea Perillo. In questi tre anni “Il livello della follia non scientifica ha travalicato i limiti della decenza”, afferma Giovanni Frajese nel suo intervento, introdotto da Gianluigi Paragone, nella sala del Palazzo delle Stelline di Milano. Ce l’ha particolarmente con i propri colleghi, Frajese, anche con i luminari, i professori universitari che “non hanno analizzato la metodologia (non) scientifica” del cosiddetto vaccino.

Scriviamo cosiddetto perché, in realtà, come ha spiegato l’endocrinologo, “si tratta di terapie geniche sperimentali”. La stessa definizione di terapia genica approvata dall’EMA, l’Agenzia europea per il farmaco, si riferisce a lipidi con all’interno un acido nucleico Dna o Rna, precisamente ciò di cui stiamo parlando. Gli acidi Rna, dunque, si accumulano “nelle ovaie e nel midollo osseo“. Frajese parla di “modificazione dell’Rna con possibili modificazioni anche del Dna stesso”. Qualcosa che sarebbe stato impossibile fino a due anni fa. Fa specie, anzi è proprio sconvolgente, come ancora oggi taluni medici approvino e consiglino la vaccinazione anche in gravidanza, ha aggiunto. E di questo aspetto ci eravamo occupati anche noi nel nostro giornale, riprendendo gli esiti di una ricerca francese. “Reazioni avverse minimizzate e genotossicità ignorata”, ancora nelle parole del professor Frajese.

Lo stesso Frajese, poi, smonta un’altra tesi dietro la quale si nasconde chi non abbia gli strumenti per rispondere, o non voglia farlo: è quella per cui l’iniezione, avvenendo sul deltoide, non investa “i microcapillari e il sistema linfatico”. Ciò può esser pur vero per gli altri vaccini, ma non certo per quelli “costituiti da nanoparticelle”.

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