Estratto dell’articolo di Lucio Caracciolo per “la Stampa”
“L’INVIO DI ARMI ALL’UCRAINA NON BASTERÀ PIÙ. BISOGNERÀ CONSIDERARE L’INVIO DI NOSTRE TRUPPE” – LUCIO CARACCIOLO: “NELLA GUERRA DI ATTRITO I RUSSI SONO AVVANTAGGIATI PER RAGIONI DEMOGRAFICHE, MILITARI E MATERIALI. SONO DI PIÙ, HANNO PIÙ ARMI E PIÙ RISORSE. CI SCOPRIREMO DI FRONTE ALLA SCELTA DI FARE DAVVERO E DIRETTAMENTE LA GUERRA ALLA RUSSIA OPPURE LASCIARE CHE LA RUSSIA PREVALGA. QUESTO BIVIO SI STA AVVICINANDO, A VANTAGGIO DI MOSCA. CI RESTERÀ LA SCELTA FRA UNA CATASTROFE E UNA VERGOGNA”
La guerra in Ucraina avrà una soluzione militare o non ne avrà. Immaginare una soluzione diplomatica è buono e giusto. Lavorarci in segreto, come stanno tentando da mesi emissari russi e americani più qualche mediatore sparso, è necessario per mantenere oggi i contatti e preparare una tregua domani […] Il conflitto è ormai esistenziale […] Chi perde non perde una guerra ma la patria. […]
Putin e Zelensky, un passo indietro e sono finiti. […] La guerra è di taglia mondiale. Perché vi si scontrano sempre meno indirettamente Russia e America. […] Siccome gli europei non sono attrezzati alla guerra né i cinesi vogliono entrarvi […], i gestori di questa carneficina […] sono Mosca, Washington e Kiev.
Tradotto: solo gli Stati Uniti sono in grado di imporre la fine della guerra. Tre possibili vie: ridurre il sostegno militare a Kiev fino a convincere Zelensky dell’impossibilità di vincere, dunque della necessità di compromettersi con Mosca; entrare in guerra per salvare l’Ucraina e distruggere la Russia a rischio di distruggere anche sé stessi; negoziare con i russi un cessate-il-fuoco alle spalle degli ucraini per imporlo agli aggrediti.
Scenari molto improbabili (primo e terzo) o semplicemente assurdi (il secondo). Né la Casa Bianca ha fretta di interrompere un duello nel quale la Russia […] paga ogni giorno un alto prezzo materiale […] Nella guerra di attrito i russi sono avvantaggiati per ragioni demografiche, militari e materiali. Sono di più, hanno più armi e più risorse degli ucraini. Noi occidentali […] abbiamo compensato finora questo squilibrio. Inviando soldi, armi, addestratori e diverse migliaia di volontari […]
Ma i magazzini europei sono quasi vuoti, perché erano già mezzo vuoti all’inizio di una guerra in Europa che consideravamo inconcepibile. Scarseggiano le armi, soprattutto le munizioni. Né gli americani sono disposti a scoprirsi sul fronte anti-cinese per frenare l’invasione russa in Ucraina. […]
La cacofonia di Ramstein conferma la varietà degli approcci atlantici allo scontro […] prima o poi l’invio periodico e limitato di armi […] non basterà più. Bisognerà considerare l’invio di nostre truppe in Ucraina. A quel punto ci scopriremo di fronte alla scelta che abbiamo finora evitato di considerare: fare davvero e direttamente la guerra alla Russia oppure lasciare che la Russia prevalga.
Questo bivio “impossibile” si sta avvicinando, a vantaggio di Mosca. La consapevolezza dei costi umani, morali e geopolitici di un eventuale collasso di Kiev potrebbe indurre noi occidentali […] a tentare di congelare lo scontro per il tempo necessario a inventare una convivenza pacifica fra russi e ucraini. Altrimenti ci resterà la scelta fra una catastrofe e una vergogna. Peggio: una miscela delle due.
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