Gli insetti già li consumiamo senza saperlo. Ecco in quali alimenti di tutti i giorni li possiamo trovare

Inorriditi, quasi spaventati, dalla possibilità nel prossimo futuro di ritrovarsi a mangiare insetti? Beh, molti di noi veramente già li consumano, sotto forma di colorante estratto da una specifica varietà: la cocciniglia. Presente in alimenti e bevande: ecco quali.

A cura di Alessandro Creta per Cookist

“Ma non ci penso proprio mi viene il vomito solo a guardare”, “Mangiateli voi”, “Ma che schifo”, “Ma che robaccia non oso pensarci”, “Non li mangerei nemmeno se fossero ricoperti di Nutella”. Sono, riportati testualmente, solamente alcuni dei tantissimi commenti degli utenti social a nostri articoli, pubblicati nei mesi precedenti, in cui parlavamo di insetti e della loro (più o meno) prossima introduzione a scopo alimentare anche nel mercato europeo.

Notizie del genere hanno scatenato la quasi totalità delle persone, con utenti sdegnati, schifati solamente all’idea di poter ritrovare nei supermercati prodotti a base di insetti. I quali, ricordiamo, vengono abitualmente consumati in grosse quantità dalle popolazioni asiatiche. E da tantissimo tempo. “Che le mangino i cinesi, le cavallette”, a proposito un altro commento trovato per la maggiore sotto ai nostri post, solo per rimanere in tema.

Ebbene, chissà cosa penserebbero gli autori dei commenti sopra citati (così come tutti coloro a ritenersi quasi offesi dalla possibilità, in futuro, che gli insetti possano entrare nella nostra dieta) alla possibilità che, probabilmente, prodotti a base di insetti già li consumano se non a cadenza quotidiana, quasi.

Perché sì, ci sono alcuni alimenti, così come delle bevande, di fruizione comune che al loro interno già contengono insetti. O meglio dire, un estratto di una specifica varietà di insetto. Si tratta infatti un colorante naturale derivato dall’essiccazione e dalla lavorazione della cocciniglia.

Che cos’è la cocciniglia?

Quello di cui stiamo parlando è un colorante naturale derivato dall’essiccazione e dalla lavorazione di un particolare e preciso insetto: la cocciniglia per l’appunto. Appartenente alla stessa famiglia delle coccinelle, la cocciniglia è un insetto fitofago storicamente sfruttato per ricavare del colorante rosso a seguito della sua essiccazione al sole.

In particolar modo vengono utilizzate le femmine gravide di questa specie, le quali secernono una maggiore quantità di liquido che poi, adeguatamente trattato in laboratorio, diventa un colorante utilizzato in vari ambiti. Dalla pittura alla cosmetica, fino appunto al cibo. La sostanza rossa viene riconosciuta con la sigla E120: qualsiasi prodotto presenti in etichetta questa dicitura, in buona sostanza, ha in sé di fatto il colorante ricavato dalla cocciniglia essiccata.

Come viene estratto il colorante?

Come spiegato anche recentemente da Barbascura (siamo della ciurma) in un divertente video sul suo canale YouTube, le cocciniglie vengono raccolte dalle pale dei fichi d’India (in particolar modo in Perù o nelle Canarie) e lasciate morire in grandi quantità essiccate al sole.

A questo punto vengono macinate per ottenerne una sorta di polvere, trattata poi con acqua calda per estrarne la sostanza rossa, chiamato acido carminico. Quanti esemplari di cocciniglie servono per ricavare un chilo di colorante? Tra gli 80 mila e i 100 mila.

In quali alimenti e bevande si trova l’estratto di cocciniglia?

Detto ciò, in quali alimenti e bevande si ritrova il colorante ottenuto dall’essiccazione di questi insetti? Rispetto a qualche anno va sembrano essersi sensibilmente ridotti i cibi contenenti l’acido carminico, ma se guardiamo bene le etichette di vari prodotti al supermercato (vanno analizzate le merci di colore rosso) ci accorgiamo come alcuni di questi ancora contengano al loro interno il derivato dell’insetto.

Tramite una ricerca condotta in alcuni supermercati ci siamo imbattuti in vari articoli caratterizzati dall’E120. Molti di loro di uso comune. Tra questi, una Monster, il famoso Energy drink, il Sanbitter, uno yogurt con confettini colorati destinato ai bambini, una bevanda per sportivi (marca Energade) e un succo di frutta all’arancia rossa della Selex.

Fino a una decina di anni fa era uno degli ingredienti con cui veniva realizzata una bevanda alla fragola di Starbucks, per accentuarne il colore rosso, fino a quando i clienti non hanno deciso di boicottare il frullato del colosso statunitense, costringendo il ritiro dalla vendita.

Perché usare questo colorante? Sostanzialmente per abbattere i costi di produzione: se infatti le aziende, solo per fare un paio di esempi, dovessero usare grosse quantità di arance o fragole per realizzare succhi o yogurt, spenderebbero cifre decisamente più alte e questi prodotti dovrebbero poi essere rivenduti al pubblico a un prezzo a dir poco pompato. Utilizzando estratto di cocciniglia, invece, perlomeno si riesce a dare una colorazione più viva, intensa e coerente ad alimenti e bevande caratterizzati dal colore rosso. Ovviamente, però, nulla può sul gusto e il sapore di questi stessi prodotti.

Se quindi c’è qualcuno che, nei mesi addietro, aveva commentato con ribrezzo la possibilità di poter consumare insetti o prodotti da loro ricavati, ma allo stesso tempo è abituale fruitore di uno degli alimenti sopra citati, beh che dire, sappiate che di fatto di insetti ne avrà già ingeriti a migliaia. Forse inconsapevolmente, ma comunque è successo.

Un problema, inoltre, anche per vegetariani e vegani ignari di tutto ciò. Costretti ora a dire addio quantomeno ai prodotti sopra citati, oltre a tutti quelli presenti in commercio ma non individuati personalmente da noi.

Come può esser sostituito l’E120?
In origine anche il liquore alchèrmes conteneva colorante di cocciniglia. Lo stesso nome, alchèrmes, deriva dalla parola araba equivalente a cocciniglia. Ultimamente al posto dell’E120 vengono comunque utilizzati coloranti cruelty free, di origine sintetica, come l’E122, E124 (detto anche cocciniglia A, cioè artificiale) o E132. Questi, pare, sarebbero più sicuri della controparte naturale in quanto l’E120 potrebbe provocare reazioni allergiche a persone particolarmente sensibili.

Va detto come, rispetto a qualche anno fa, l’E120 in molti casi è stato sostituito dalle sue alternative. In passato se ne trovava, per esempio, in vari yogurt alla fragola o ai frutti rossi, nonché in carne macinata e hamburger, caramelle gommose oppure in un numero maggiore di drink o succhi di frutta. Noi questo colorante, nei supermercati analizzati, l’abbiamo scovato in un numero limitato di prodotti, nella maggior parte dei casi bevande.

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