Processo Open Arms, l’avvocato Bongiorno inchioda l’ex ministro Lamorgese! Adesso cambia tutto grazie all’autogol della parassita

Giulia Bongiorno piazza un colpaccio in Aula nel procedimento Open Arms. Oggi si è tenuta una delle udienze del processo a carico di Matteo Salvini e in Aula sono arrivati gli alleati di governo del tempo e anche gli esponenti dell’esecutivo giallorosso. Tra questi anche Luigi Di Maio, Giuseppe Conte ma anche Luciana Lamorgese. E proprio l’ex ministro degli Interni è finito nel mirino della Lega: “In corso a Palermo l’udienza del processo Open Arms, con la testimonianza di Luciana Lamorgese. Matteo Salvini rischia fino a 15 anni di carcere per il mancato sbarco dal 14 al 20 agosto 2019. Un periodo più breve, per esempio, di quello atteso dalla Ocean Viking per ottenere il via libera dal Viminale guidato da Lamorgese: dal 18 ottobre al 29 ottobre 2019”.

La Lamorgese in Aula ha detto qualcosa che cambia le carte in tavola. Quando era ministro dell’Interno “i tempi di attesa del Pos (Place of safety ndr) per le navi delle ong era di media 2 o 3 giorni” ma si poteva “arrivare a 7 o 8 giorni se c’era da concordare la redistribuzione con altri Paesi”, ha affermato la Lamorgese. Poi ha aggiunto: “Durante il mio dicastero le ong non hanno mai violato le regole entrando nelle acque territoriali prima della concessione del pos. Eventuali irregolarità potevano riguardare il mancato rispetto della filiera nella comunicazione dei salvataggi, non altro. Noi abbiamo messo sempre in primo piano il salvataggio delle persone”.

Ed è proprio da questa ricostruzione che la Bongiorno segna il punto:”Credo che la deposizione della Lamorgese sia stata particolarmente significativa. Dalla sua ricostruzione credo sia risultato evidente che è veramente erroneo e fuorviante pensare che il ritardo nello sbarco sia un fatto doloso visto che si è parlato di una tempistica che è collegata sistematicamente alle interlocuzioni con l’Europa. Credo che il meccanismo della redistribuzione sia fondamentale per comprendere che non si tratta di ritardi nello sbarco ma solo di momenti diretti a individuare quale può esser una redistribuzione. Quindi il ritardo era finalizzato ad alcune anomalie evidenziate nella Open Arms che si sommano alla questione legata alla redistribuzione”, ha affermato il legale di Matteo Salvini.

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