“Se proprio volete, Lamorgese ha fatto di peggio” Processo Open Arms, numeri alla mano la difesa di Salvini si fa beffe della parassita

Open Arms, Salvini in carcere? “Lamorgese li ha tenuti in mare più giorni”

Il processo sul caso Open Arms sta alazando il velo sulla gestione dei migranti da parte del Viminale quando c’era alla guida del ministero Matteo Salvini e quando poi è arrivata Luciana Lamorgese. Fonti della Lega infatti spiega come sono andate davvero le cose: “In corso a Palermo l’udienza del processo Open Arms, con la testimonianza di Luciana Lamorgese. Matteo Salvini rischia fino a 15 anni di carcere per il mancato sbarco dal 14 al 20 agosto 2019. Un periodo più breve, per esempio, di quello atteso dalla Ocean Viking per ottenere il via libera dal Viminale guidato da Lamorgese: dal 18 ottobre al 29 ottobre 2019″.

Ma l’ex ministro degli Interni, Lamorgese, prova a difendersi e anegare che anche sotto la sua guida al ministero le navi sono rimaste al largo: “Abbiamo sempre messo in primo piano il salvataggio delle persone, anche di fronte a una condotta illegale, come a esempio non comunicare un intervento al Paese competente. A mia memoria durante il Conte 2 mai e’ stato vietato, durante la mia guida da ministra dell’Interno, uno sbarco in base ai decreti sicurezza. In media si impiegavano dai 3 ai 4 giorni per la concessione del Pos nell’arco di tempo compreso tra settembre 2019 e i primi mesi del 2020, quando poi inizio’ l’emergenza legata alla pandemia”, ha spiegato Lamorgese deponendo nel processo di Palermo.

Poi la Lamorgese ha aggiunto: “e Ong rifiutavano sempre di sbarcare nei porti libici perché non li ritenevano sicuri. Abbiamo sempre dato priorità al salvataggio delle persone, anche di fronte a una condotta illegale, come a esempio non comunicare un intervento al Paese competente. A mia memoria durante il Conte 2 mai e’ stato vietato, durante la mia guida da ministra dell’Interno, uno sbarco in base ai decreti sicurezza”. Peccato però che le navi siano rimaste a largo per diversi giorni anche quando il governo era guidato dall’asse giallorosso. Due pesi, due misure.

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