di Max Del Papa per il blog di Nicola Porro
Quanto vale un passaggio a Sanremo? In termini mediatici ĆØ inestimabile, chi sale sullāArtiston lo fa come parte di un pacchetto che, vada come vada, prevede serate, programmi, ospitate, insomma: affari.Ā LaĀ Chiara FerragniĀ inc. ĆØ una aziendaĀ e anche per lei se gli affari non crescono, diminuiscono. E arriva la crisi.Ā Sullāimpero dei Ferragnez non tramonta mai il soleĀ ma la loro condanna ĆØ dover fare sempre più soldi, sempre più soldi a costo di trovate discutibili, di gusto pessimo, di sostanza evitabile. Quindi ben venga Sanremo e ben venga Amadeus che infine si ĆØ deciso a scritturarla: della quale cosa lāinteressata si dice (aĀ Repubblica, what else?) superfelice, perchĆ© Ama ĆØ supergentile, superprofessionale, secondo il linguaggio afasico, ma iperbolico, delle influencer.
Incognita compenso
Quanto vale un passaggio a Sanremo, quanto costa?Ā Chiara non fa chiarezza, si guarda bene dal rivelarlo ā meglio scoprire le chiappe che gli altarini, al tempo si era parlato di trentamila euro, cinquantamila euro, in fondo son solo due serate in cui, non sapendo lei ballare nĆ© cantare, come Rocky Balboa, ma neanche lontanamente presentare (e quindi la sua presenza allāAriston sarĆ un fallimento), le metteranno in bocca un monologo di ipocrisia edificante. Comunque sia, niente che non si ammortizzi con un paio di selfie alle tariffe attuali. QuindiĀ Ferragni fa molta impresa con poca spesaĀ nellāannunciare che devolverĆ il cachet in beneficenza.
Questa della munificenza ĆØ una moda molto invalsa nei cosiddetti vip: una moda e un modo per farsi ulteriore pubblicitĆ , diciamo un investimento. Ricordate quando il marito, il cantante sanremese Fedez, girava sulla Maserati a tirar buste di spiccioli (non suoi, raccolti dai purtroppo fan) ai barboni? Filmato con tecnica professionale, naturalmente. Ci ha campato per settimane. Il gioco ĆØ scoperto quanto antico: si mette lāanima in cassaforte, si tacitano le critiche, sƬ, saranno quello che saranno, ma āfanno del beneā. Anche quando si lasciarono sfuggireĀ lāoscena sceneggiata del compleanno, di lei o di lui, al supermercato, chili e chili di derrate che svolazzavano nel delirio dei devoti, che le scagliavano ovunque, le spiaccicavano in un baccanale demente, lei nel carrello sepolta di buste di insalata e surgelati, roba poi inservibile e, alle prevedibili polemiche, lui, il Fedez, che in lacrime con la suocera diceva: e adesso che facciamo? Diciamo che la diamo in beneficenza?
La beneficienza sbandierata
Beneficenza, tutto si fa per te.Ā Attraverso te, mediante te. Di solito, queste somme non precisate finiscono in altrettanto vaghi calderoni: associazioni umanitarie, Ong, sodalizi, e non se ne parla più; ogni tanto salta fuori qualche scandalo, nella migliore delle ipotesi non si forniscono termini e proporzioni della ābeneficenzaā, ma che importa? Basta il pensiero, come si dice. Io stesso ne ho memoria professionale: ai tempi delĀ LigaJovaPelù scrivevo su un periodico musicale e i tre furbastri fecero unāorrenda canzoncina pacifista, āIl mio nome ĆØ mai piùā, annunciando che lāincasso sarebbe stato devoluto in fatidica beneficenza. Non si seppe più niente e quando ci azzardammo a chiedere i conti, tenuto conto che la canzone risultava prodotta da una casa discografica parte di una più estesa multinazionale attiva anche nella fabbricazione di ordigni bellici, ci venne solo risposto: traditori, fascisti. Anche dagli interessati.
La associazione āin difesa delle donneā beneficata da Ferragni sarĆ senzāaltro degnissima, ma ĆØ da vedere se una mancia a una realtĆ qualsiasi serva davvero al sostegno delle donne (o dei bambini, o dei migranti, o del pianetaā¦). Di sicuro,Ā cāĆØ dietro un calcolo perfettamente valutato: la prima cosa che Chiara ha avuto cura di fare, ĆØ stata annunciareĀ urbi et orbi il suo proposito in modo da venire intervistata da giornali e televisioni. Anche Bill Gates, lāapostolo delle genti, quando sgancia qualcosa fa in modo che lo sappia subito il mondo intero: intanto, batte cassa con la Ue e impone vaccini, carni sintetiche, tutto ciò che serve a āsalvare il mondoā e, soprattutto, a cambiarlo secondo la sua mentalitĆ distopica. E voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo, neanche di fare beneficenza perchĆ© i governi che si succedono possono oscillare da sinistra a destra ma hanno sempre in testa lāidea meravigliosa: lo stato prima di tutto, prima di voi, lo stato che decide di mantenere la bestia che ĆØ, che con una mano vi aiuta, vi fa la beneficenza, e ve lo dice, e con lāaltra ve la toglie mantenendo le accise sul carburante che vi permette di lavorare, di vivere.
Il fenomeno Ferragni
Voi, povera plebe sempre pronta a battere le mani dallāidolatria e i piedi dal freddo ā le quindici, le diciotto ore di fila in piedi avanti allāAriston per un sorriso della Chiara mannara; voi siate furbi, non orbi: non cascateci. Non ĆØ unĀ beau jest, ĆØ il gesto del cinismo. Non ĆØ una che ha fatto fortuna sponsorizzando la qualunque, infliggendovi bottigliette dāacqua di cannella a 8 euro, ciabattine cinesi a 150, pelliccette di animali scuoiati,Ā chiappette sfoderate, partendo da un blog e poi costruita pezzo a pezzo, come un Frankstein, dalla madre un tempo top manager, dallāex fidanzato top manager, non ĆØ una cosƬ che può parlare a nome dei più o meno disgraziati che siete.Ā Questa ĆØ una che rappresenta solo se stessa, i suoi affari da āimprenditrice digitaleā, formula altisonante per dire una bacheca pubblicitaria vivente, una che ha investito sul suo corpo, su quello dei figli, sulle ecografie, su tutto ciò che si muova o che almeno abbia sopra stampato un marchio.
Altruismo peloso
Una che considera Sanremo come un diritto acquisito, una semplice fermata tra due affari, e che si vanta di non saperci fare niente ma lāunico comandamento cui obbedisce ĆØ āgoditelaā. E lo dice, e ne mena vanto. Per cui cāĆØ bisogno, come cantava un tempo il Pelù, di āsciacquarsi la coscienza con un poā di beneficenzaā. MaĀ non cāĆØ altruismo peloso che tenga, tutta questa ĆØ gente che vive nel momento, slegata da retaggi, tradizioni, senso morale, scrupoli di sorta. Ć gente figliaĀ di quella relativizzazione assoluta che Benedetto XVI temeva, e difatti lo fecero fuori. Al Sanremo monopolizzato dal Pd, dagli impresari piddini, passa Ferragni col suo messaggio egocentrico, con la sua beneficenza egolatrica; forse cāĆØ del vero nelle voci, per quanto pazzesche, che la vorrebbero prossima candidata del Pd e il Festival ĆØ solo un rito di passaggio.
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