Harry, le anticipazioni della sua autobiaografia fanno infuriare sia l’esercito che i reali: “È un traditore”

Il principe ha rivelato di aver ucciso 25 miliziani mentre serviva la Corona: “Per me erano pedine, non umani”. Il colonnello Kemp: “Ha messo a repentaglio anche la sua sicurezza”. Il Sun: “Un personaggio pietoso”

Paola De Carolis per www.corriere.it

Non accenna ad assestarsi il polverone sollevato dall’autobiografia del principe Harry. Sulla scia delle anticipazioni del libro, e della pubblicazione prima del tempo in Spagna, non c’è dettaglio che non venga soppesato e discusso. Come era forse inevitabile, un volume di diverse centinaia di pagine, scritto – a giudicare dagli estratti resi noti – in modo riflessivo e pacato – viene ridotto a titoli cubitali strillati sui tabloid.

Non sorprende, allora, che dopo la visita nel Regno Unito in occasione del giubileo di platino di Elisabetta, la scorsa estate, il duca del Sussex meditò seriamente di cancellarne l’uscita. Questo, almeno, è quanto scrive il Times, citando una fonte della casa editrice di New York.

Se i Windsor per ora hanno preferito non rilasciare commenti nonostante le critiche rivolte a William, al loro entourage, a Camilla, a Carlo, è sceso oggi in campo Jonathan Dimbleby, amico del re, autore della sua biografia e dell’intervista televisiva degli anni 90 in cui Carlo ammise per la prima volta di aver tradito Diana con Camilla solo «dopo che il matrimonio era irrimediabilmente naufragato».

È chiaro, ha detto Dimbleby, che Harry «non sta bene» ed è «un uomo profondamente traumatizzato». Il suo è un libro degno di una «celebrità di serie B». «Quelle che chiama rivelazioni sono illazioni».

Se nel Regno Unito la reazione dei media è principalmente negativa nei confronti del duca, le cifre sulle prevendite del libro e sugli spettatori dei documentari di Netflix indicano che tra il pubblico c’è interesse per la versione di Harry.

Negli Usa, ha sottolineato Tina Brown, editrice e scrittrice nonché amica di Diana, il duca sta vincendo la battaglia per la popolarità rispetto a una famiglia reale che sembra sempre meno rilevante o intrigante, come ha dimostrato «la tiepida reazione alla visita dei principi di Galles a Boston».

La sezione del libro che parla del suo periodo in Afghanistan è probabilmente quella che si rivelerà più nociva per Harry. L’esercito non ha gradito il tono con il quale il principe ha parlato dei nemici uccisi o il fatto che abbia rivelato il totale di vite interrotte (25).

Per il colonnello Tim Collins, famoso per un brillante discorso ai suoi uomini alla vigilia della guerra in Iraq, Harry «ha tradito il codice». «Le forze armate – ha detto – lo hanno sempre accolto in famiglia senza curarsi di cosa fosse successo prima. Ha tradito quella fiducia come ha tradito la sua famiglia sanguigna».

Tra i temi evidenziati dalle memorie di Harry – Il Minore il titolo, nelle librerie dal 10 gennaio – c’è il problema del ruolo dello «spare», ovvero il secondogenito, la cui ragione d’essere, anticamente, era legata alla necessità di avere un sostituto nel caso succedesse qualcosa all’erede. Oggi i fratelli del primogenito non hanno mansioni precise.

Lo sanno Anna, Andrea ed Edoardo, fratelli di re Carlo, che hanno dovuto costruirsi una vita e non sempre hanno trovato la formula giusta (Andrea docet). Il libro di Harry inizia con un riferimento al fatto che tutti i famigliari – dal padre Carlo alla nonna Elisabetta – abbiano utilizzato il termine nei suoi confronti. Sicuramente non ha aiutato.

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