La strage dei giovani medici prosegue imperterrita: la dottoressa Bozzo aveva solo 42 anni. Morta nel solito modo: all’improvviso

Una notizia sconvolgente che ha colpito nel profondo i suoi ex pazienti di Vimodrone, che avevano imparato ad apprezzarla non solo professionalmente, ma anche umanamente. E che ora la piangono, per una vita spezzata in maniera prematura a causa di un malore che non le ha lasciato scampo.

Virginia Bozzo è scomparsa improvvisamente a soli 42 anni nel pieno delle festività natalizie che dovrebbero portare solo serenità e gioia. Il dottore di famiglia fino a fine luglio aveva svolto la professione a Vimodrone, nello studio di via 11 Febbraio. Aveva infatti deciso di tornare nella sua terra di origine, la Calabria, per stare vicina alla famiglia e proseguire la professione nella “sua” Cosenza. E qui, a distanza di pochi mesi dall’addio a Vimodrone, si è sentita male in casa. Inutile si è purtroppo dimostrato ogni tentativo di salvarla.

La notizia è poi arrivata velocemente in città, diffondendosi in primis tra i suoi assistiti che questa estate avevano subìto lo scossone del suo trasferimento e che ora, invece, increduli, non si sarebbero mai aspettati di doverla salutare per sempre. A rimanere senza parole è stato anche l’ex assessore alla Salute e medico Enzo Gregoli, che con Bozzo ha condiviso il lavoro fianco a fianco assieme ad altri colleghi:

Era così, come appare in tutte foto che la ritraggono: sorridente e gioviale. Di carattere era una donna aperta, una grande professionista capace di instaurare un rapporto diretto e profondo con i pazienti, ma anche con noi colleghi.

Lei, specializzata in Fisiatria, voleva che i pazienti (naturalmente se se la sentivano) le dessero del tu. Il tutto per superare il “muro” dottore-assistito, raccontando così il suo modo di essere e la voglia di portare avanti col massimo sforzo la sua professione anche (se non soprattutto) nella fase più buia della pandemia da Covid.

A dimostrare l’affetto trasmesso nel suo lavoro e il dolore legato alla sua perdita c’è l’iniziativa che un gruppo di pazienti ha deciso di lanciare anche sui social, con il supporto degli esercenti che hanno scelto di raccoglierla. Sui banconi del locale Pane e Delizie e della farmacia De Carlo di via 4 Novembre e nel centro medico di Milano con il quale Bozzo collaborava sono state sistemate delle scatole, nelle quali chiunque voglia può lasciare un messaggio e un pensiero per la dottoressa. Il contenuto di questi “recipienti della memoria” sarà poi trasformato in un libro da donare ai familiari. Un modo per farli sentire meno soli.

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