Decreto navi pirata, Meloni durissima dopo la firma di Mattarella: “E’ finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente”,

Giorgia Meloni, affonda per sempre le Ong: “Diteci che navi sono”

I soccorsi e gli sbarchi non si fermano. Quasi 500 i migranti approdati in 24 ore a Lampedusa dove l’hotspot torna a numeri d’emergenza; 700 quelli soccorsi da Guardia costiera e Guardia di finanza, distribuiti tra Sicilia Calabria. E la Geo Barents, la nave di ricerca e soccorso di Medici senza frontiere, intanto è in navigazione verso Taranto, dove arriverà domani mattina con gli 85 a bordo: 41 tratti in salvo e 44 trasbordati da un mercantile. Operazioni entrambe eseguite su richiesta dell’Imrcc, sottolinea la ong. Nella notte a Lampedusa sono approdati, a bordo di cinque piccoli natanti, 198 migranti. Si aggiungono ai 254 sbarcati in precedenza da sei imbarcazioni. A soccorrere gli ultimi arrivati sono stati gli uomini di Guardia di finanza e Guardia costiera. Barche che risultano tutte salpate da Sfax, in Tunisia. Ancora in affanno l’hotspot dell’isola dove ci sono 1.208 ospiti, oltre il triplo della capienza massima prevista fissata in poco meno di 400. La prefettura di Agrigento, d’intesa con il Viminale, ha disposto il trasferimento di 200 migranti a Porto Empedocle.

Sono 700 le persone salvate da motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza a circa 26 miglia a sud-est delle coste di Siracusa e assegnate ai porti di Siracusa, Catania e Roccella Ionica. Circa 200 sono stati condotti a Catania su nave Dattilo della Guardia costiera che; altri 153 a Roccella Jonica, al largo della quale è stato poi operato un secondo soccorso a favore di 77 migranti. Sul tema interviene la premier Giorgia Meloni: “Immigrazione illegale e tratta di esseri umani: è finita l’Italia che si accanisce con chi rispetta le regole e fa finta di non vedere chi le viola sistematicamente”, scrive su Instagram la presidente del Consiglio postando un video in cui spiegava le norme contenute nel dl sulle Ong che ha “come obiettivo il rispetto del diritto internazionale, che non prevede che ci sia qualcuno che può fare il traghetto nel Mediterraneo o in qualsiasi altro mare e fare la spola tra gli scafisti per trasferire gente da una nazione all’altra”.

Flavia Amabile per “la Stampa”

Chiunque vada in mare, o sappia come funziona un soccorso, sapeva che il punto più debole del decreto sulle Ong che stabilisce un nuovo codice di condotta per le loro operazioni di salvataggio dei migranti era l’obbligo di limitarsi a un solo soccorso e poi procedere verso il porto assegnato. Il provvedimento è stato firmato ieri dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e sarà pubblicato nei prossimi giorni sulla Gazzetta Ufficiale.

Non è quindi ancora in vigore ma è evidente che sarà difficile che la volontà del governo sia rispettata. La nave Geo Barents è l’unica a trovarsi in mare in questi giorni. È salpata il 30 dicembre dal porto di Augusta in Sicilia. Nella tarda sera del primo gennaio ha soccorso 41 persone in difficoltà in acque internazionali al largo della Libia su richiesta del Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo.

Il salvataggio si è svolto nel buio più totale e in condizioni difficili – ha raccontato Medici Senza Frontiere, che gestisce la Geo Barents – perché la barca su cui viaggiavano le persone si era capovolta. «Sono stati momenti molto concitati – racconta Fulvia Conte, responsabile dei soccorsi a bordo della Geo Barents – Le persone stavano rischiando di affogare in mezzo alle onde, la benzina, e stavano lottando tra la vita e la morte.

Per molto tempo abbiamo temuto che qualcuno si fosse perso in mare o che fosse affogato. In realtà, per fortuna, siamo riusciti a soccorrere tutti, le persone stesse ci hanno confermato che non mancava nessuno. Erano in mare da tre giorni e a bordo di un’imbarcazione che stava già imbarcando acqua quando siamo arrivati. Quest’ operazione, per fortuna, è finita bene a differenza di molte altre che avvengono nel Mediterraneo centrale. Sono più di duemila le persone che hanno perso la vita in un anno».

Nella giornata di ieri c’è poi stato un trasbordo sulla Geo Barents di 44 persone da una nave mercantile, poi le autorità italiane hanno assegnato il porto di Taranto e la nave di Medici senza Frontiere con 85 persone bordo ha iniziato a fare rotta verso la città pugliese, dove conta di arrivare dopo due giorni di navigazione.

Mentre procedeva verso Taranto è arrivata la segnalazione di un’imbarcazione in pericolo attraverso l’Alarm Phone. In base alle nuove regole decise dal governo la nave non può sostare ulteriormente in mare dopo un soccorso e dovrebbe far formalizzare la richiesta di asilo da parte dei profughi già a bordo. In caso di violazione delle norme, sono previste multe fino a 50 mila euro e la confisca dell’imbarcazione.

Lo staff a bordo della Geo Barents, però, non ha avuto dubbi su che cosa fare. Dopo le due operazioni avvenute a distanza di poco tempo l’una dall’altra e richieste dalle autorità italiane, è andata a prestare il terzo soccorso.

«Mentre procedevano verso Taranto – ha raccontato Fulvia Conte – abbiamo ricevuto la notizia di un’altra imbarcazione in pericolo». La nave ha effettuato lunghe ricerche nel tratto di mare segnalato, «senza tardare l’arrivo a Taranto», precisa l’Ong. Le ricerche però non hanno dato alcun risultato, la nave non ha trovato imbarcazioni né eventuali naufraghi. Resta ancora una prescrizione da osservare, la necessità di chiedere di formalizzare la domanda di asilo alle persone a bordo della nave. «Preferiamo vedere il testo finale del decreto per poterci esprimere e valutare il da farsi», hanno precisato da Medici senza frontiere. In ogni caso perché le nuove norme siano in vigore bisogna attendere la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

L’ultima nave di una Ong sbarcata sulle coste italiane, già prima dell’approvazione del provvedimento, è stata la Ocean Viking approdata sabato a Ravenna con 113 migranti. Tra questi è stata ricoverata a scopo precauzionale una donna con un bambino di 17 giorni. A parte quella di Msf, le navi delle altre Ong sono al momento nei porti di Italia e Spagna.

Oltre alla Ocean Viking di Sos Mediterranée, ora ferma a Ravenna, ci sono la Rise Above di Mission Lifeline ad Augusta (stesso porto da cui da venerdì scorso è salpata la Geo Barents) e la Life Support di Emergency a Livorno. La Humanity 1 di Sos Humanity, la Louise Michel dell’omonima Ong, la Open Arms, la Astral e la Sea Eye 4 di Sea Eye sono nei porti delle coste iberiche.

Rimanere fermi non vuol dire rinunciare all’attività. «I nostri propositi per il 2023 – scrive in un tweet la Ong Sea Eye – sono di salvare vite ancora più vite. Perché nel corso dell’anno migliaia di persone fuggiranno nuovamente dalla Libia, Paese in guerra civile, a rischio della propria esistenza. Saremo lì per aiutare quanti più possibile».

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