In Italia un laboratorio come quello di Wuhan, è rivolta tra gli abitanti della citta’ di Pesaro contro il sindaco Matteo Ricci (ovviamente PD fino al midollo)

“Rischiamo una tragedia come quella di Wuhan”. È questa la frase più ricorrente nelle strade di Pesaro in questi giorni. Con chiaro riferimento allo scoppio della pandemia di Covid. Questo perché il Comune di Pesaro ha autorizzato la vendita di un terreno pubblico per “la creazione di un laboratorio di bio-sicurezza (BSL3)” a cura “dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Umbria e delle Marche ‘Togo Rosati’”. Ma cosa si intenda per laboratorio di bio-sicurezza BSL3? Lo spiega il Comune stesso nella delibera: “Una struttura in grado di garantire sperimentazioni e manipolazioni, in vivo e in vitro, di agenti virali pericolosi per la salute animale e dell’uomo in condizioni di massima sicurezza e contenimento biologico”. A due anni dalla pandemia di Covid-19, è normale che parole come “Agenti virali pericolosi” e “laboratorio di bio-sicurezza” allarmino, e non poco, i cittadini. E cosa dire dei termini “sperimentazioni” e “manipolazioni”? Ma capiamo nel dettaglio di cosa si tratta.

Spiega Affari Italiani: “La notizia ha destato preoccupazione tra i cittadini della zona. Il laboratorio è solo un gradino sotto il noto laboratorio di Wuhan in Cina sul quale si sono concentrate le ricerche per la possibile fuga del Sars Cov 2. Il nuovo centro pesarese nascerebbe a ridosso di uno più grandi supermarket della cittadina marchigiana. Alcuni residenti della città del sindaco Pd Matteo Ricci hanno iniziato a protestare presentandosi anche alla redazione locale de Il Resto del Carlino, esprimendo la loro dura contrarietà”. Hanno detto al giornale: “Non ci fidiamo, qui giocano i bambini. No al laboratorio dove si manipolano i virus”. Pesaro, dunque, ora è in subbuglio, e nessuno vuole il laboratorio sotto casa.

Spiegano ancora i residenti a Centropagina, un quotidiano locale: “Ci sono falde acquifere e, nonostante la garanzia di sicurezza e dispositivi altamente qualificati per la sicurezza, si comprende che è talmente facile che un qualsiasi fattore possa sconvolgere l’equilibrio. Oltre alla contaminazione di liquami di animali, potremo ritrovarci anche qualcosa di più visto che ci sono molte riviste che parlano di animali in quarantena, agenti contaminanti di cui non saremmo nemmeno a conoscenza”. Sul sito nel Ministero della Salute, la ricercatrice Francesca Colavita, microbiologa e virologa, ha pubblicato della documentazione sui livelli di Biosicurezza e sui laboratori BSL3. Si ha dunque a che fare con “patogeni e virus del ‘Gruppo di rischio 3′”, che possono presentare un “rischio individuale: elevato; Rischio collettivo: basso/moderato”.

Tradotto? Un basso/medio rischio di propagazione tra le persone. Ma parliamo di agenti pericolosi come il “Mycobacterium tuberculosis”, il “Dengue virus”, il “Chikungunya virus” e il “MERS/SARS-CoV”. Sono virus che “possono causare malattie gravi nell’uomo. Possono costituire un serio rischio per gli operatori. Moderata probabilità di propagarsi in comunità. Di norma sono disponibili misure profilattiche o terapeutiche efficaci”, continua il documento. Ma l’assessore al Fare di Pesarp, Riccardo Pozzi, minimizza: “Zero rischi e zero esperimenti; di contro, una grande opportunità per Pesaro”.

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