Approvata in nottata la manovra: i quattro spicci lasciati da Draghi e la crisi imperante, consentiranno al governo di navigare giusto a vista, senza nessuna riforma sostanziale

Maratona a perdifiato del parlamento e del governo nella notte tra il 23 e il 24 dicembre per l’approvazione della manovra di Bilancio. Poco prima delle 7 del mattino, al voto finale la manovra è passata con 197 voti favorevoli e 129 voti contrari. Alle 23.30, l’Aula della Camera ha ultimato l’esame degli articoli della manovra sulla quale poche ore prima il governo aveva incassato la fiducia.

Sono stati approvati gli emendamenti presentati dal governo alle tabelle mentre il Consiglio dei ministri, che si è riunito alle 23.15 su proposta del ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato la nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025. “È come con gli aerei quando c’è un po’ di turbolenza, l’importante è atterrare“, ha detto il ministro Giorgetti in Transatlantico prima del Consiglio dei ministri.

Il Consiglio dei ministri si è riunito a Montecitorio sotto la presidenza del ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, mentre alla Camera proseguiva l’esame dei 240 ordini del giorno. Prima dell’alba, attorno alle 6 del mattino, sono iniziate le dichiarazioni di voto funzionali al raggiungimento del voto finale. Italia viva e Azione hanno annunciato che non avrebbe votato la manovra di Bilancio, così come nella giornata di ieri non ha votato la fiducia posta dal governo. Lo ha annunciato in Aula il deputato Gulio Cesare Sottanelli del Terzo polo.

Nervi tesi durante tutte le dichiarazioni di voto e anche durante la fase di votazione, con il presidente di turno della Camera costretto a richiamare all’ordine i deputati. Ora il testo passerà al Senato, costretto ad approvarlo in toto senza modifiche per evitare di sforare i tempi. L’appuntamento a Palazzo Madama è previsto per il 27 dicembre e non ci si aspettano sorprese. Giorgia Meloni si presenterà in conferenza stampa per l’ultimo appuntamento dell’anno il 29 dicembre con la manovra di Bilancio blindata dai voti di entrambe le camere del parlamento.

Manovra 2023: flat tax più ampia

Dall’allargamento della platea della flat tax al taglio del cuneo fiscale, alla stretta al Rdc, le pensioni e il superbonus passando per una serie di consuete micro-norme. Ecco le principali misure.

Flat tax Si allarga la platea di professionisti e partite Iva beneficiari del regime forfettario al 15%: sale infatti da 65 mila a 85 mila euro la soglia dei ricavi o compensi per avere diritto all’agevolazione. Inoltre fino a 100 mila euro viene applicata la flat tax incrementale del 15% sulla differenza tra l’incremento e il reddito più alto dell’ultimo triennio. La Legge di Bilancio conferma il taglio contributivo del 2% per redditi fino a 35mila euro e allarga la platea per il taglio del cuneo fiscale al 3% estendendola ai redditi fino a 25mila euro dai precedenti 20mila. Inoltre nel pacchetto lavoro anche l’estensione da 6mila a 8mila euro del tetto per le decontribuzioni dei giovani, dei percettori di Rdc e delle donne fragili.

Reddito di cittadinanza, arriva il taglio drastico

Arriva la stretta sul reddito di cittadinanza: la manovra stabilisce che perderà il beneficio se verrà rifiutata la prima offerta di lavoro, anche se questa non verrà considerata ‘congrua’. Con la modifica, invece, la prima proposta potrà essere localizzata in qualsiasi località sul territorio nazionale o potrà non essere compatibile con le proprie capacità, ma se non accettata porterà al termine della percezione del reddito di cittadinanza. Un’altra novità sul Rdc è che a decorrere dal 1 gennaio 2023 l’erogazione del reddito di cittadinanza ai giovani tra i 18 e i 29 anni sarà condizionata al completamento del percorso della scuola dell’obbligo. Novità in arrivo anche sull smartworking: fino al 31 marzo 2023 è prorogato anche il regime di smart working per i lavoratori fragili, sia nel settore pubblico che in quello privato. Esclusi i genitori di figli sotto i 14 anni.

Pensioni rivalutate a 600 euro

Pensioni minime rialzate a 600 euro nel 2023 per gli over 75. Viene rivista invece per due anni la rivalutazione automatica che sale dall’80 all’85% per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo, mentre per gli assegni più alti ci sarà una riduzione della percentuale dello scaglione. Nel dettaglio, l’indicizzazione passa dal 55al 53% per le pensioni tra 5 e 6 volte il minimo, dal 50 al 47% tra 6 e 8 volte il minimo, da 40 a 37% da 8 a 10, da 35 a 32% negli assegni superiori a 10 volte il minimo. Opzione Donna: le lavoratrici potranno quindi andare in pensione anticipatamente a 60 anni soltanto nel caso in cui si tratti di caregiver, invalide almeno al 74% oppure licenziate o dipendenti di aziende con tavolo di crisi aperto.

Superbonus casa: come cambia

Esteso al 31 dicembre il termine per presentare la Cilas e poter fruire del superbonus al 110% sulle ristrutturazioni edilizie. La manovra introduce anche una detrazione dall’imposta lorda ai fini dell’Irpef del 50% dell’importo corrisposto per il pagamento dell’Iva in relazione all’acquisto entro il 31 dicembre 2023 di unità immobiliari a destinazione residenziale di classe energetica A o B. Sul versante dei mutui invece sarà possibile rinegoziare il mutuo passando dal tasso variabile al fisso per quelli fino 200mila euro con Isee non superiore a 35mila euro e senza ritardi nei pagamenti.  Il congedo parentale sale dal 30 all’80% e potranno beneficiarne anche i padri. Aumenta l’assegno familiare per i nuclei con quattro o più figli.

Nella manovra 2023 entra il reddito alimentare, dimezzata l’Iva sul pellet

Al via la sperimentazione del ‘reddito alimentare’ per chi è in povertà assoluta: la manovra stanzia un fondo da 1,5 milioni nel 2023 e 2 milioni nel 2024 per distribuire pacchi alimentari con i prodotti invenduti. La manovra 2023 destina la gran parte delle risorse (21 miliardi) alle misure contro il caro-bolletta, innanzitutto prorogando fino al 31 marzo le misure dei decreti Aiuti: il bonus sociale con lo sconto automatico per le utenze di gas e luce dei nuclei familiari con Isee fino a 15 mila euro annui; l’azzeramento degli oneri di sistema in bolletta; il rifinanziamento del credito d’imposta sulle bollette elettriche e alle utenze gas per le imprese salirà dal 30 al 35%, per le energivore e gasivore dal 40 al 45%. Passa inoltre dal 22% al 5% l’aliquota Iva per le fatture dei consumi nel primo trimestre del 2023 dei servizi di teleriscaldamento e dal 22% al 10% quella del pellet per tutto il 2023. La tassa sugli extraprofitti verrà applicata solamente solo alle società il cui 75% dei ricavi è generato da attività nei settori della produzione e rivendita di energia, gas e prodotti petroliferi. Il contributo è dovuto se almeno il 75% dei ricavi del periodo d’imposta antecedente a quello in corso al 1 gennaio 2023 deriva dalle attività indicate.

Pos e cartelle esattoriali: quali sono le novità

Restano le sanzioni per i commercianti che non accettano pagamenti con il Pos per acquisti di cifre inferiori a 60 euro. E’ stato infatti soppresso il comma dell’articolo 69 che prevedeva lo stop alle multe. Sul fronte multe e tasse non ci sarà più la cancellazione automatica per le cartelle esattoriali dal 2000 al 2015 inferiori ai 1.000 euro: saranno cancellati solo gli interessi ma la decisione se stralciare o meno l’imposta e le sanzioni spetterà agli enti locali e sarebbe operativa dal 31 marzo 2023.

Nella manovra 2023 liberalizzata la caccia ai cinghiali

Per i 18enni arriva il nuovo bonus Cultura fino a 1.000 euro quale somma di 500 euro per chi ha un Isee familiare fino a 35mila euro e gli altri 500 euro nell’eventualità del voto di maturità pari a 100 su 100. Il bonus psicologo diventa permanente e sale da 600 a 1.500 euro, con tetto Isee a 50mila euro. In manovra arriva una norma che autorizza la caccia ai cinghiali nei parchi urbani; ci sono poi 2 milioni in ristori per gli allevatori delle bufale colpite da brucellosi e tubercolosi, 8 milioni per la pesca e l’acquacoltura e 2 milioni per i vigneti colpiti dalla flavescenza dorata. Giù le tasse sui pensionati italiani che lavoravano nel Principato di Monaco: passa infatti dal 23% al 5% l’aliquota sul reddito e sull’assicurazione di vecchiaia. Arriva poi 1 milione al fondo per l’alfabetizzazione digitale dei minori, idem per il fondo di recupero della fauna selvatica.

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