La sinistra fomenta nuovo odio contro Meloni, con la scusa dell’abolizione del Bonus cultura, ma dimenticano che persino le Iene dimostrarono per cosa veniva davvero utilizzato dai giovani

Da corriere.it

«Uno strumento da ridefinire e rinominare anche per superare le criticità emerse in questi anni». Il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano parla di 18App, il bonus cultura da 500 euro per i neodiciottenni che dal 2023, secondo le intenzioni del governo, dovrebbe sparire per lasciare spazio ad altre iniziative culturali: un «risparmio» di 230 milioni che un emendamento al disegno di legge Bilancio presentato da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia intende destinare altrove.

«L’emendamento è del Parlamento , ma reputo si debba fare una riflessione sul bonus che così com’è mostra criticità — spiega Sanguliano —. È necessario ridefinire e rinominare 18App, affinché questo strumento diventi realmente una modalità di consumi culturali per i giovani orientandoli alla lettura di libri, alla visita di mostre, ai corsi di lingua e alla musica. Penso che vada introdotta una soglia Isee che escluda persone appartenenti a famiglie con redditi elevati».

La maggioranza quindi starebbe pensando di non abolire il bonus ma di modificarlo. Alle critiche sollevate da più parti — duro il leader di Italia viva Matteo Renzi, che istituì il bonus nel 2016 e che ha lanciato una petizione online per bloccarne l’eliminazione — replica Federico Mollicone, presidente della Commissione cultura della Camera (FdI) e primo firmatario dell’emendamento: «È tutta propaganda, non abbiamo detto che aboliamo il bonus cultura e basta, le opposizioni difendono un totem, noi tuteleremo i giovani e modificheremo la 18App eliminando le storture. Gli interventi strutturali che sosteniamo sono gli stessi avviati da Dario Franceschini quando era ministro della Cultura. Ci prendiamo l’onere di portare avanti le riforme che riteniamo corrette che il centrosinistra aveva avviato ma su cui non aveva messo i soldi».

Luca Ciriani, ministro per i Rapporti col Parlamento, ha precisato che «la sospensione del bonus cultura ai 18enni è una proposta da valutare in Commissione, ci sono 3.000 emendamenti alla finanziaria e dunque invito a non focalizzarsi su uno soltanto di questi aspetti. Certo va fatto un ragionamento: ci sono state tante truffe e quei soldi possono essere usati in altri modi sempre in ambito culturale».

Intanto tutto il mondo del libro italiano unito — autori, editori, librai, cartolibrai, bibliotecari — chiede al Parlamento e al governo di ritirare la proposta di cancellazione della 18App, un appello sottoscritto da tutte le associazioni del settore: Associazione Italiana Editori, Associazione degli Editori indipendenti, Associazione Librai Italiani, Sindacato Italiano Librai, Federcartolai Confcommercio, Associazione Italiana Biblioteche, Società Italiana degli Autori ed Editori, SLC-Cgil Sezione Nazionale Scrittori. Nel quarto giorno della Fiera Più libri più liberi arriva anche l’appello lanciato dagli editori Laterza: «Chiediamo al Parlamento di non approvare l’emendamento, mantenendo in vita la 18App». Tra i firmatari — editori, scrittori, lettori e operatori del mondo del libro — ci sono Annamaria Malato, Stefano Mauri, Rocco Pinto, Giovanni Solimine, Della Passarelli Antonio Sellerio, Gianrico Carofiglio, Nicola Lagioia, Maurizio Caminito, Bruno Mari, Antonella Agnoli e Carla Ida Salviati.

«L’app 18 è stato anche un atto di fiducia verso i giovani che ha fatto scegliere ai diretti interessati quali attività culturali rinforzare, ripreso peraltro in diversi paesi europei, che ha dato in particolare un sostegno importante alla diffusione dei libri, invertendo la tendenza alla riduzione dei lettori soprattutto nella fascia 18-21. Abolire questa misura darebbe un colpo alla lettura dei libri nel nostro paese la cui crescita come sappiamo è strettamente collegata allo sviluppo civile, sociale ed economico», sottolinea l’appello.

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