“La postura delle pupille di Giorgia Meloni” Nichi Vendola indegno come non mai: l’accusa feroce contro la Premier

Sproloquio a suon di offese di Nichi Vendola contro Giorgia Meloni

Nichi Vendola, uscito dalla porta della politica con una condanna per concussione sul groppone per il caso ex-Ilva, torna sulla scena mediatica con l’ospitata di ieri a Un giorno da pecora su Rai Radiouno, ospite di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro. L’intento è fare capolino dalle quinte del suo spettacolo teatrale: una rivisitazione in versi sui temi d’attualità a lui più cari, a cui l’ex leader di Sinistra ecologia e libertà affida una sorta di monologo social su sovranismo. Razzismo. Maschilismo. Migranti e dintorni. L’esito, come facilmente immaginabile, si trasforma nell’ennesima tirata contro il centrodestra e l’ultima delirante intemerata contro Giorgia Meloni.

Un assolo inverecondo in cui Nichi Vendola mescola risentimento militante e bodyshaming

Un assolo inverecondo che mescola risentimento militante e bodyshaming in un siparietto al vetriolo recitato a soggetto, rispondendo provocatoriamente alla domanda di rito sul premier in carica. «Mi inquietava nella fisionomia a causa della sua predisposizione all’attacco che aveva nella postura delle pupille», mima con tanto di gestualità grezza il 64enne sul conto di Giorgia Meloni. Poi aggiunge: «Avevi la sensazione che quelle pupille fossero pronte a venirti addosso e morderti». E non c’è bisogno di leggere tra le righe per cogliere la non proprio “sottile metafora”. Un’offesa gratuita, fuori luogo e fuori contesto, piazzata a forza per il puro gusto di offendere. Dov’è la critica politica in quella plastica “descrizione”?

Un’occasione mancata per tacere…

E che fine hanno fatto il proverbiale ossequio al politicamente corretto tipico della sinistra buonista? Il senso del limite e del rispetto istituzionale? E quel briciolo di galanteria, che si dovrebbe a una donna prima ancora che a un premier? Davvero un’occasione mancata per tacere, quella che Vendola ha sprecato, cedendo alle lusinghe di un istrionismo sciatto e perseguito a tutti i costi… Di contro a tanto veleno, però, l’ex leader di “Sinistra ecologia e libertà” proclama stima e affetto per la SchleinBonaccini e De Micheli, descritte come vittime sacrificali pronte a immolarsi sull’altare delle primarie del Pd. Quelle che l’ex governatore definisce – sarcasticamente, ma decisamente con più gusto per la metafora e tatto nel dissentire – «un grande rito esorcistico. Un modo per non affrontare il problema» dello psicodramma del Pd. «Non una resurrezione, ma qualcosa pronta a diventare una fiction»…

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