Clandestini sbarcati a Tolone, Macron non se li tiene! Li ha parcheggiati tutti in “zona internazionale”: non sono ammessi sul territorio francese

Quasi un fulmine a ciel sereno, che non ci si aspettava. La reazione “sproporzionata” della Francia sulla questione migratoria ha lacerato l’intesa tra Parigi e Roma. Qualcosa deve essere successo all’incontro tra Meloni e Macron al Cairo, forse un’incomprensione, forse l’eccessiva pubblicità per quella nave, la Ocean Viking, che nei giorni scorsi ha rinunciato a sbarcare in Italia e si è diretta verso la Francia. Stamattina i 234 migranti sono approdati a Tolone. Ma ciò che conta sono le relazioni internazionali: il governo francese, dopo aver accusato di “disumanità” il Belpaese, ha stracciato gli accordi di ricollocamento, ha inviato 500 agenti della gendarmerie al confine di Ventimiglia e Bardonecchia e ha “minacciato” l’Italia sui finanziamenti europei. In sintesi: Roma è la maggior beneficiaria dei fondi del Pnrr e guarda con apprensione alla riforma del patto di stabilità. Dunque niente scherzi.

Difficile dire chi ne uscirà vincitore. Per Le Monde a spuntarla è l’Italia, secondo cui si tratterebbe della “seconda resa dei conti vinta da Roma in quattro anni”. Pure Le Figarò bacchetta la politica pasticciata di Macron. Mentre a leggere i media italiani si direbbe il contrario, ma tant’è. Quel che conta è che ieri sera in consiglio dei ministri Giorgia Meloni avrebbe invitato i suoi ministri a non alzare troppo il livello dello scontro con Parigi, Paese con cui occorre comunque avere un rapporto solido soprattutto in vista dei dossier economici ed energetici. Tuttavia il premier non intende accettare le “minacce”, neppure troppo velate, da parte della Francia: “Sono rimasta molto colpita dalla reazione aggressiva del governo francese che è incomprensibile e ingiustificata”. Anche perché la Ocean Viking è la prima nave in assoluto che sia mai approdata in Francia.

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La reazione di Giorgia Meloni alle “minacce” francesi sui migranti

Quanto successo, dice il ministro Darmanin, avrà “conseguenze estremamente gravi per le nostre relazioni bilaterali”. Ma nel governo italiano prevale lo “sconcerto”: “Le norme dicono che chi ha soccorso naufraghi ha diritto a sbarcare nel porto più vicino, che non siamo noi ma la Tunisia – spiega Giovanbattista Fazzolari – Perché la Tunisia affidabile per gli accordi di rimpatrio e non per l’accoglienza? Allora si dice: meglio farli sbarcare nel primo paese di approdo dell’Ue. Bene, ma non siamo noi: è Malta”. Insomma: “Le argomentazioni contro di noi giuridicamente non esistono”.

Parigi in fondo ha paura che il caso Ocean Viking possa ripetersi. Se l’Italia dovesse insistere con la “chiusura dei porti”, è facile che le Ong dirigano lo loro prua verso la Francia. Corsica, Tolone o Marsiglia che sia. Ecco spiegato il fallo di reazione così duro. Non è un caso se il ministro dell’Interno Damanin ha già annunciato che 80 richiedenti asilo verranno subito portati in Germania e che “coloro che non potranno ottenere l’asilo ripartiranno direttamente verso il loro paese di origine”.

Il blocco dei ricollocamenti peraltro cambia poco all’Italia, almeno nella pratica. Dei 3.500 immigrati che Macron si era impegnato a prendere (accordo firmato con Draghi in sede europea), ad oggi ne erano partiti solo 37. Un’inezia. Non che gli altri Paesi abbiano fato meglio: degli 8mila totali che dovrebbero lasciare l’Italia, al 10 novembre ne erano partiti solo 117. Troppi pochi per poter parlare di vera solidarietà europea. Nel frattempo, il Belpaese ne ha accolti 90mila.


ULTIMA ORA- Francia tiene i migranti in “zona internazionale”

Alla faccia dell’umanità, la Francia ha appena spiegato che i 234 migranti della Ocean Viking benché scesi dalla nave non sono già in territorio francese. Sono stati posti in una “zona di attesa internazionale”. Come mai? Tutto ancora è da vedere. Camille Chaize ha spiegato che i migranti verranno controllati dal punto di vista sanitario ma anche in ottica di sicurezza interna da parte della polizia di frontiera. “Se lo desiderano, potranno depositare la loro richiesta d’asilo, ma in zona d’attesa internazionale, in quanto non sono ammessi sul territorio francese”, spiega.

La zona internazionale sarà “chiusa e messa in sicurezza” e si trova nella penisola di Giens a Hyères, non lontano da Tolone dove sono sbarcati. “All’interno, i migranti avranno un certo numero di diritti, l’appoggio di associazioni, potranno depositare le loro richieste di asilo. Li trattiamo con grande umanità, grande dignità, ma è una zona internazionale, non è territorio francese. Da lì veranno avviate tutte le procedure legate all’immigrazione, richieste d’asilo, con ricollocamenti verso la Germania e gli altri Paesi europei che si sono proposti di accogliere queste persone”,

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