Reddito di cittadinanza, al via lo smantellamento. Prima mossa: stop al rinnovo del contratto dei navigator

di Fabio Calcagni per Il Riformista

Addio navigator. Alle figure professionali nate e assunte con l’istituzione del Reddito di cittadinanza, alle quali stato affidato il compito dell’inserimento lavorativo dei percettori della misura, non verrà prorogato il contratto scaduto il 31 ottobre.

A renderlo noto è il mistero del Lavoro con una nota. Il rinnovo non è tecnicamente possibile, secondo il dicastero affidato dalla premier Giorgia Meloni a Marina Elvira Calderone, che prima dell’incarico era presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.

In relazione alle notizie di stampa circolate in queste ore relative alla proroga degli ex navigator, scaduti lo scorso 31 ottobre – si legge nel comunicato diffuso dal Ministero – si precisa che detti contratti non sono prorogabili. Sul tema e nell’ambito delle attività di coordinamento, è stata invece avviata una mera attività ricognitiva tra le Regioni. Eventuali ulteriori utilizzi degli ex navigator – prosegue la nota – richiederebbero l’approvazione di una apposita norma, non allo studio del Ministero”.

Un intervento che arriva dopo che alcune regioni, come la Sicilia, avevano stabilito di spostare la scadenza dei contratti al 31 dicembre. Ad aprile era scaduto il contratto di cococo e in poco più di 1500 erano stati ricontrattualizzati da Anpal servizi fino al 31 luglio. Alle Regioni erano stata quindi la possibilità di prorogarli per ulteriori tre mesi, fino al 31 ottobre, ma a carico delle risorse assegnate alle Regioni per rinnovare i centri per l’impiego: cinque Regioni (Lombardia, Veneto, Campania, Piemonte e Umbria ) si erano opposte.

Attualmente i navigator rimasti a lavoro sono 946 dei 3mila iniziali assunti dopo un concorso nazionale. Una figura, quella del navigator, fortemente criticata e diventata nel tempo il capro espiatorio per il fallimento del Reddito di cittadinanza nella parte di politica attiva del lavoro, ovvero della capacità di incrociare offerta e domanda sul mercato.

Una decisione, quella del Ministero del Lavoro e dell’esecutivo, che non sorprende: la strategia di Giorgia Meloni è quella di smantellare in larga parte il sistema del Reddito di cittadinanza. La misura di sostegno resterà “per i soggetti effettivamente fragili non in condizioni di lavorare” mentre per gli altri,  per chi è in grado di lavorare, la soluzione non può essere il reddito di cittadinanza, ma il lavoro, la formazione e l’accompagnamento al lavoro”, aveva detto il presidente del Consiglio nel suo discorso programmatico alla Camera per ottenere la fiducia.

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