“Non beveteli, causano infarti e problemi al cuore”. Scatta l’allarme per un prodotto sempre più diffuso: sono pericolosi soprattutto per i giovani

Servono a tenersi svegli e attivi ma secondo un numero sempre più nutrito di ricerche, gli energy drink, a causa dell’alto contenuto di zucchero e caffeina, hanno effetti collaterali negativi sul cuore.

Uno degli studi più recenti arriva dalla Mayo Clinic, che ha preso in esame 25 adulti sani. I volontari hanno dovuto bere una lattina di energy drink (contenente, oltre a 240 milligrammi di caffeina, 2 grammi di taurina ed estratti di guaranà, ginseng e cardo mariano) oppure un placebo simile per gusto, aspetto e calorie fatta eccezione per gli stimolanti.

I volontari, non fumatori e non in cura con farmaci, non dovevano consumare nè caffeina, né alcol nelle 24 ore precedenti i test, persone il più “pulite” possibile, insomma, per verificare l’effetto immediato dell’energy drink su pressione, frequenza cardiaca e parametri ematici come la glicemia o la noradrenalina, un neurotrasmettitore-ormone che provoca risposte simili a quelle dell’adrenalina.

I test sono stati condotti mezz’ora dopo aver bevuto, in condizioni di relax o, viceversa, di stress mentale o fisico e i risultati sono stati chiari: il drink stimolante produce un aumento della pressione di circa il 6 per cento e un incremento della noradrenalina del 73 per cento, indipendentemente dalle condizioni di stress o tranquillità in cui ci si trova quando lo si beve.

“L’elemento più determinante di un energy drink è la caffeina e una lattina equivale più o meno a una tazzina di caffè. Capita difficilmente però di bere un espresso dietro l’altro, così il metabolismo ha modo e tempo di assimilare la caffeina; il consumo di energy drink invece è diverso e i ragazzi, nelle serate con gli amici, bevono anche sette o otto lattine di stimolanti in un lasso di poche ore. Se a questo si aggiunge l’associazione molto frequente con alcolici vari, si spiega perché gli eccessi possano essere pericolosi” spiega al Corriere della Sera Giuseppe Lippi, docente di Biochimica clinica dell’università di Verona.

In particolare, Lippi sottolinea come nei più giovani il consumo esagerato di energy drink possa funzionare da “innesco” percardiopatie congenite di cui ancora si ignora l’esistenza. Nonostante sia solo uno il caso accertato di un ragazzo morto dopo aver bevuto una sola lattina, è bene che i giovani con storie familiari che presentano morti improvviso e/o per infarto stiano ben lontani da questo genere di bevande.

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