Commissione d’inchiesta covid, Matteo Renzi ne rivendica la presidenza: nel suo mirino non ci sono le porcate sul siero, ma solo i loschi affari del clan Arcuri

Marcello Sorgi per “la Stampa”

Annunciata da Meloni e condivisa da Salvini e Renzi, la nascita di una commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid, soprattutto, sembra di capire, sulla prima parte della gestione della pandemia, affidata al governo Conte II, sarà l’occasione per un possibile assestamento degli equilibri politici della legislatura appena cominciata.

Il leader di Italia viva infatti ne rivendica la presidenza: e se la maggioranza di centrodestra dovesse decidere di accontentarlo, cosa niente affatto acclarata, si assisterebbe a un allargamento verso il centro della coalizione uscita vincente dalle elezioni del 25 settembre.

I voti dei senatori di Renzi (di Calenda non si sa) potrebbero risultare utili al governo a Palazzo Madama, dove la nomina di nove ministri senatori ha abbastanza assottigliato i numeri della maggioranza, solida nelle prime votazioni, a cominciare da ieri sera nella fiducia, ma poi nell’ordinaria amministrazione appesa all’incognita dell’incerta partecipazione ai lavori d’aula dei membri dell’esecutivo. Benché ciascun partito, Lega e Fratelli d’Italia da una parte e Italia viva dall’altra, abbiamo presentato proposte di legge simili per l’istituzione della commissione, gli obiettivi sono differenti.

Perché Renzi, anche se non lo dichiara apertamente, mira a trasformarla in una sorta di tribunale con un solo imputato, Conte, e al massimo per i suoi collaboratori, cercando di approfondire gli eventuali errori e abusi nelle forniture di mascherine, respiratori e altre apparecchiature sanitarie, acquistate talvolta in modo frettoloso per far fronte alla prima fase dei soccorsi.

Obiettivo condiviso da Meloni e Salvini, che però puntano a dimostrare nel corso dell’inchiesta che fu sbagliata l’introduzione, il 16 maggio 2021, da parte di Draghi e Speranza, del Green pass, destinata a segnare l’emarginazione dei non vaccinati e a incrementare le file del movimento No vax, sostenuto da Salvini dall’interno del governo di unità nazionale, e Meloni dall’opposizione.

Una resa dei conti che Renzi, in cambio di una presidenza che nessuno finora gli ha garantito, dovrebbe condividere, pur avendo fatto parte anche lui dell’esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce e avendo contribuito a insediarlo, aprendo la crisi del Conte II a gennaio 2021.

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