Francesca Basso per il “Corriere della Sera”
L’Unione europea fornirà addestramento individuale, collettivo e specializzato alle forze armate ucraine, comprese le forze di difesa territoriale (quindi non solo l’esercito regolare) e coordinerà le attività degli Stati membri a sostegno dell’addestramento. I ministri degli Esteri dei 27 Paesi Ue hanno dato semaforo verde alla missione di addestramento.
L’Ungheria si è astenuta e questo ha reso possibile la decisione: «Con l’astensione costruttiva ci ha permesso di poter svolgere questa missione di addestramento militare», ha spiegato l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, al termine del Consiglio Affari esteri. Borrell ha anche ricordato che ««l’Ungheria non ha mai votato contro le sanzioni, non si è mai opposta». Proprio ieri il premier Viktor Orbán, in un colloquio telefonico con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in vista del summit di giovedì e venerdì, aveva detto che «le sanzioni mancano di proposte per ridurre i prezzi.
Ora soffriamo dell’inflazione e stiamo pagando un supplemento sull’energia a causa delle sanzioni. L’unica soluzione è che l’Ue abbandoni la politica delle sanzioni». La missione di addestramento sarà finanziata con la European Peace Facility , un fondo intergovernativo, e avrà il suo quartier generale operativo all’interno del servizio europeo per l’azione esterna (Seae) a Bruxelles, per garantire un coordinamento generale a livello strategico.
L’addestramento avverrà nel Sudest della Polonia, con un sito più piccolo in Germania. Ieri i ministri hanno anche deciso un’ulteriore tranche di assistenza militare all’Ucraina da 500 milioni di euro, sempre attraverso la European Peace Facility. Al consiglio ha partecipato in collegamento, da un bunker antiaereo, il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha chiesto all’Ue di procedere con un nono pacchetto di sanzioni contro la Russia e ha sollevato la questione dei droni iraniani.
Ieri il Consiglio ha anche aggiunto undici persone e quattro entità all’elenco delle persone soggette a sanzioni (divieto di viaggio nell’Ue e congelamento dei beni, divieto a cittadini e aziende europee di mettere a loro disposizione fondi), nell’ambito delle sanzioni già in atto per i diritti umani in Iran, per il loro ruolo avuto nella morte di Mahsa Amini e nella violenta repressione delle proteste che ne sono seguite.
«Siamo con le donne coraggiose dell’Iran – ha twittato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen -. Inoltre, il sostegno dell’Iran alla guerra della Russia contro l’Ucraina troverà una risposta chiara da parte dell’Ue».
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