Crisanti in pochi giorni da senatore ha gia’ capito di esser stato eletto in partito di mentecatti: giustamente scandalizzato per i voti di alcuni PD arrivati a La Russa

Stefano Baldolini per repubblica.it

Andrea Crisanti è incredulo e chiede formalmente “un chiarimento nel partito” sui  “sospetti insistenti” che i dem abbiano votato Ignazio La Russa presidente del Senato. In alternativa, dai vertici del Nazareno si aspetta “una secca smentita”. Per il microbiologo neo senatore dem, la storia dei franchi tiratori Pd a Palazzo Madama non è chiusa.

“Obiettivamente sono uscito infuriato dall’aula. Non ho nemmeno sentito il discorso di La Russa, degnissima persona, figuriamoci, ma indipendentemente da questo sono scandalizzato per la dinamica della sua elezione”.

A caldo però non voleva crederci.

“Sarà perché sono un neofita, un ingenuo. Ma ora sono esterrefatto che non se ne parli nemmeno. Mi sembra un po’ troppo”.

Chiede un chiarimento al partito?

“Certo. Sollecito un chiarimento. È inconcepibile che non sia stata fatta nemmeno una riflessione. In nessun gruppo dell’opposizione, e soprattutto nel Pd. Dopo una campagna elettorale fatta di ‘o noi o loro’ succede questa cosa farsesca, che un esponente come La Russa venga eletto con una ventina di voti nostri. Lo trovo indecente”.

Lo chiede direttamente al segretario Enrico Letta?

“Di fronte alle insinuazioni, alle voci, di soccorso alla maggioranza sono scandalizzato. È un fatto grave che sono passati giorni e non sia arrivata una smentita formale senza esitazioni”.

Ci ha parlato con Letta in questi giorni?

“C’eravamo parlati prima, mi aveva fatto i complimenti per il risultato nel seggio estero”.

E dopo il voto incriminato?

“Le ripeto, io sono andato via dal Senato e ancora non ci ho rimesso piede”.

Pensa che le elezioni delle vicepresidenze o altre nomine porteranno a individuare le responsabilità?

“Non sono così esperto o tecnico per esserne certo. Quello che è certo è non si può vivere nel Pd con il sospetto che qualcuno abbia fatto una cosa del genere”.

Sospetta qualcuno?

“No, figuriamoci, però sono convinto che con indicazioni di voto su un candidato di bandiera tutto questo si sarebbe potuto evitare”.

Lei ha votato bianca come richiesto dal partito?

“Ci metto la mano sul fuoco. Le inquadrature tv che mi hanno visto commosso alle parole della Segre su Matteotti lo possono confermare”.

Perché trova la vicenda così grave da volerci tornare dopo qualche giorno?

“Ma stiamo scherzando? Non possiamo lamentarci se poi gli elettori non ci votano più. Non si può chiedere il loro voto sulla base di principi poi disattesi. Sarà uno sfogo di un novizio ma se l’opposizione vuole rinnovarsi deve partire dalla coerenza dei comportamenti”.

Insomma, si aspettava di più dal suo esordio nel Palazzo.

“Guardi, io ero entrato al Senato con altri presupposti: che ci fosse una dicotomia chiara tra maggioranza e opposizione”.

Viene da anni di ricerca scientifica a Londra, forse era abituato troppo bene?

“Se fosse successa una cosa del genere nel Regno Unito sarebbe venuto giù il diluvio”.

È scandalizzato anche dall’elezione del leghista Lorenzo Fontana a presidente dela Camera?

“No, in questo caso non ho nulla da eccepire. Trovo coerente e logico che la maggioranza abbia votato per una figura che rispecchi i suoi valori e i principi della premier, ‘Giorgia, madre, cristiana’ … E non capisco lo scandalo dell’opposizione. Quello che non riesco a concepire invece è come dalle nostre fila siano arrivati i voti per il presidente del Senato, in totale contrasto con il nostro programma e i nostri di valori“.

Davvero non riesce a farsene una ragione.

“Forse perché sono alle prime armi, ma non posso. Le vittime sono gli elettori, e valori come la trasparenza e la verità”.

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