Elezione La Russa, tutto il teatrino di Forza Italia sempre e solo causato dai capricci di Berlusconi che pretende di far diventare ministro la sua badante

Se l’obiettivo era eleggere un presidente del Senato di centrodestra, segnatamente Ignazio La Russa, l’obiettivo è stato senz’altro raggiunto. Se l’idea era anche quella di inviare al Paese un segnale di compattezza, beh… siamo al mezzo disastro.

Il motivo è semplice: La Russa aveva bisogno di 104 voti per essere eletto. In teoria il centrodestra aveva tutti i numeri per eleggerlo senza paturnie d’animo. La matematica non è un’opinione. Fratelli d’Italia può contare su 66 senatori, la Lega su 29, Forza Italia su 18 e Noi Moderati su 2. Somma: 115, ben più dei voti richiesti.

Solo che durante la chiama a Palazzo Madama, i senatori di Forza Italia non hanno risposto. Tradotto: non hanno partecipato al voto. Si tratta di 14 senatori, esclusi dunque solo Maria Elisabetta Alberti Casellati (ex presidente) e Silvio Berlusconi il quale, dice lui, ha partecipato per mostrare un’apertura nonostante nel gruppo di Fi fosse emerso “un forte disagio per i veti” sui nomi dei ministri.

Sempre la matematica diceva insomma che per La Russa le cose si stavano mettendo male. Mancando i voti di Forza Italia, in teoria per lui non ci sarebbe stato scampo: solo 99 voti certi (100 con quello di Maie). Invece mentre Liliana Segre leggeva i fogliettini usciti dalle urne, a un certo punto l’Aula è esplosa in un applauso. Ignazio La Russa raccoglie 116 voti e diventa presidente. Bene, bravo, bis: ma grazie a chi?

Ed è qui che esplode il mistero. Mancando i voti di Forza Italia, non ci sono dubbi: qualcuno dell’opposizione deve aver dato una mano alla maggioranza di centrodestra con circa 17-19 voti. Chi? Impossibile dirlo con certezza. Gli occhi sono tutti puntati sul Terzo Polo (magari in cambio del Copasir?), anche se Renzi smentisce categoricamente (e comunque di senatori con Calenda ne hanno 9). Berlusconi invece dice di “sapere” che a votare La Russa sono stati Renzi&co oltre ai senatori a vita. E pure Letta definisce “grave e irresponsabile” che una parte dell’opposizione sia corsa in aiuto della destra.

Di sicuro per ora ci sono due fattori. Primo: il centrodestra ne esce male, con l’immagine plastica della divisione interna mostrata a favor di telecamere da quel “vaffa” di Silvio Berlusconi all’indirizzo di Ignazio La Russa. Ma forse anche dal fatto che il neo-presidente ha ringraziato “chi mi ha votato pur non facendo parte della maggioranza”. Secondo: con questa mossa a sorpresa, Giorgia Meloni e Matteo Salvini inviano un messaggio chiaro a Forza Italia: occhio a tirare la corda troppo sui nomi dei ministri, leggi Licia Ronzulli, perché questo parlamento può stare in piedi con un governo anche senza di voi. Vale a dire: il peso di Fi dopo l’elezione di Palazzo Madama rischia di uscire ridimensionato.

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