Ucraina, la feccia rossa dopo sette mesi si sveglia all’improvviso organizzando manifestazioni farlocche per la pace

Ucraina, cento eventi per la pace: le città si mobilitano in attesa della manifestazione di novembre

Sulla piattaforma di Europe for peace-Rete fioccano le adesioni e il calendario degli appuntamenti per dire no alla guerra si fa sempre pù fitto. L’ appello dei sindaci di sinistra

La manifestazione per la pace auspicata ieri sulle colonne dell’Avvenire da Giuseppe Conte potrebbe prendere corpo nel corso delle prossime settimane. La Rete Pace e Disarmo, intanto, ha indetto una serie di mobilitazioni contro la guerra diffuse in tutto il paese, dal 21 al 23 ottobre prossimi, nell’ambito delle iniziative promosse da Europe for Peace, cui aderiscono le principali reti per la pace in Italia con l’adesione di centinaia di organizzazioni.

La coalizione si dice «profondamente preoccupata per l’escalation militare che ha portato il conflitto armato alla soglia critica della guerra atomica», per questo invita a tornare in piazze «per chiedere percorsi concreti di pace in Ucraina e in tutti gli altri conflitti armati del mondo».

Europe for Peace sottolinea come «l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa ed ha già fatto decine di migliaia di vittime e si avvia a diventare un conflitto di lunga durata» portando conseguenze nefaste «anche per l’accesso al cibo e all’energia di centinaia di milioni di persone, per il clima del pianeta, per l’economia europea e globale». Ribadendo la vicinanza alle popolazioni colpite dalla guerra, i pacifisti invitano a cercare «una soluzione negoziale» sottolineando come finora «non si vedono sinora iniziative politiche né da parte degli Stati, né da parte delle istituzioni internazionali e multilaterali». Per questo, aggiungono nel loro documento, è necessario «che il nostro paese, l’Europa, le Nazioni unite operino attivamente per favorire il negoziato avviando un percorso per una Conferenza internazionale di pace che, basandosi sul concetto di sicurezza condivisa, metta al sicuro la pace anche per il futuro, «anche alla luce delle rinnovate ed inaccettabili minacce nucleari». «La popolazione italiana – osserva la Rete Pace e disarmo – nonostante sia sottoposta a una massiccia propaganda, continua ad essere contraria al coinvolgimento italiano nella guerra e a chiedere che si facciano passi concreti da parte del nostro governo e dell’Unione europea perché sia ripresa con urgenza la strada dei negoziati».

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