“Se Di Maio è stato ministro degli Esteri, non vedo perché non sarei all’altezza io” Centrodestra, il retroscena sulle allucinanti manie di grandezza di Licia Ronzulli

DAGOREPORT di dagospia.com

Sapete chi è il vero avversario politico di Giorgia Meloni. Dimenticate Macron e Scholz, Letta, Conte, Fratoianni, Renzi o Calenda: è Licia Ronzulli. E’ lei ad aver messo nel mirino la Ducetta e il suo governo. Con un obiettivo alla Jep Gambardella de “La Grande bellezza”: esserne parte per farlo implodere. Bum!

Ma procediamo con ordine.

Le ambizioni ministeriali dell’infermiera prestata ad Arcore hanno incontrato l’ostilità (eufemismo) della Ducetta, che non la vuole neanche vedere in cartolina. Come Dago-rivelato, le antipatie tra le due sono datate e risalgono ai tempi in cui Licia Ronzulli con l’amico del cuore Salvini, allora con il vento in poppa, spadroneggiava nel centrodestra come una zarina.

La vittoria alle elezioni della coalizione Forza Italia-Lega-Fratelli d’Italia ha acceso i sogni di grandezza di Licia Ronzulli, che nella sua lista dei desideri ha messo in cima il ministero della Sanità e, in subordine, quello dell’Istruzione.

Quando l’insofferenza di Giorgia Meloni per la sua avversaria ha raggiunto il livello di guardia, tra una schermaglia sui giornali e l’altra per interposta persona, Berlusconi ha saggiamente deciso di mettere una distanza tra le due.

All’incontro di sabato scorso ad Arcore con la Ducetta (scortata da Lollobrigida e La Russa) e Salvini (accompagnato da Calderoli), il Cav infatti non aveva accanto a sé la sua adorata senatrice tuttofare ma il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini e il giornalista Paolo Emilio Russo.

I due alfieri, che hanno preso idealmente il posto di Sestino Giacomoni e Valentino Valentini, non sono piovuti dal cielo: sono creature di Licia Ronzulli, nel cui team c’è anche l’ex sindaco di Pavia, Alessandro Cattaneo (che la senatrice vorrebbe capogruppo alla Camera per silurare Paolo Barelli, fedelissimo di Antonio Tajani).

L’ambizione di uno scranno in Consiglio dei ministri è solo il primo tassello della più ampia strategia della ex parlamentare europea, il cui vero obiettivo è diventare la leader di Forza Italia quando l’86enne Berlusconi avrà definitivamente appeso la pompetta al chiodo (si vocifera che l’ex infermiera sogni di ricevere in dono dal Cav la proprietà del simbolo di Forza Italia).

Dal suo arrivo alla corte del Cav, Licia Ronzulli ha pian piano assistito alla rottamazione di chi chiunque potesse oscurare la sua stella: ha iniziato con Francesca Pascale e Maria Rosaria Rossi, ha proseguito con Mara Carfagna e Maria Stella Gelmini, scappate tra le braccia di Calenda.

E poi ha cassato la lunga schiera di bellezze forziste: Gabriella Giammanco, Stefania Prestigiacomo, Annagrazia Calabria, la “topolona” Elvira Savino, Annaelsa Tartaglione, etc..

Proseguendo per tutti coloro che non sono mai entrati in sintonia con lei: Maria Rizzotti, Alfredo Messina, Andrea Ruggeri, Gregorio Fontana. Tutti scivolati via dal Parlamento e dalle grazie del Cav. Uno dopo l’altro evaporati in quella che sembra una frenetica corsa al Trono di Spade di Forza Italia (non dite a Tajani che in questo programmino lui ha la parte della porchetta: sarà cotto a fuoco lento e servito caldo caldo con un limone in bocca).

Ecco perché, dopo le schermaglie iniziali su un dicastero “pesante”, Licia Ronzulli potrebbe accontentarsi anche di una poltrona di seconda fascia, anche le Pari Opportunità, pur di entrare a Palazzo Chigi e sedere al tavolo del Consiglio dei Ministri. Nonostante – come scrive il “Corriere” – abbia un’altissima considerazione di sé: “Se Di Maio è stato ministro degli Esteri, non vedo perché non sarei all’altezza io”.

L’importante, alla fine, è esserci, sedere al tavolo che conta, per avere occhi e orecchie nel governo e intralciare giorno dopo giorno il potere della “nemica” Donna Giorgia fino a farla naufragare.

E Salvini? Il suo grande amico la sostiene, sotto sotto la vorrebbe ministro e magari pure capo delegazione al governo di Forza Italia, ma evita di proferire parola in pubblico: ha così tante rogne da risolvere a via Bellerio che intestarsi una battaglia per la sua amica Licia, sarebbe troppo anche per uno scapricciatiello come lui.ha un secondo scopo: far naufragare il governo della “nemica” Meloni…dall’interno.

In questi giorni di sovra-esposizione mediatica, Licia Ronzulli ha dovuto patìre il ripescaggio di vecchie e sepolte storie di cronaca. Sui social hanno ripreso a circolare, ad esempio le intercettazioni delle sue conversazioni con Nicole Minetti.

La povera Ronzulli, all’epoca impegnatissima nel seguire il Cav ovunque, ascoltava e provava a risolvere i problemi logistici delle ragazze che dovevano partecipare alle cene con Berlusconi (ad esempio si offrì di dare un passaggio a Ioana Visan o informava Nicole Minetti su dove sarebbe andato a cenare il Cav). E’ bene ricordare che la senatrice fu indagata per falsa testimonianza, nell’ambito del processo “Ruby ter”, ma poi i pm hanno chiesto l’archiviazione…

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