Licia Ronzulli scatenata: la badante del Banana, fatta fuori dalla Salute, pretende un ministero di peso. Per fortuna Meloni la detesta in maniera assoluta

DAGONEWS di dagospia.com

Forza Italia inizia a fibrillare. Più s’avvicina la decisione finale sulla lista dei ministri da presentare a Mattarella (inizio settimana prossima è previsto il vertice del centrodestra), più le ambizioni deflagrano in un appetito cieco e forsennato. Gli “addetti ai livori” raccontano di una Licia Ronzulli scatenata: vuole a tutti i costi un ministero con portafoglio. No al contentino da capogruppo o ministero di rappresentanza (Pari opportunità o Politiche giovanili): pretende una poltrona pesante.

Il suo pressing su Berlusconi, in modalità Sor Tentenna, è diventato più intenso: non intende restare fuori dalla Corrida. Il suo movimentismo però agita l’altro maresciallo del Cav, Antonio Tajani, che in ambizione non è secondo a nessuno. L’ex monarchico sogna per sé gli Esteri. Si vede già a zompettare su e giù per il globo, circondato da feluche adoranti. Ma a quante poltrone pesanti può ambire Forza Italia? Se a spuntarla sarà Licia Ronzulli, Tajani rischia di prenderla in saccoccia.

L’infermiera prestata alla politica, inoltre, non rientra nelle grazie di Giorgia Meloni. Le due si detestano cordialmente. Qualcuno sostiene – come fa oggi “la Stampa” – che l’ostilità sia legata alla posizione sul Green pass o obbligo vaccinale (favorevole la Ronzulli, meno la Meloni). La ragione è più antica e non strettamente politica.

Quando i rapporti di forza tra Lega e Fratelli d’Italia erano invertiti, Licia Ronzulli spadroneggiava al fianco del suo amico Salvini come una vera zarina. A quel tempo, il Capitone sembrava lanciato alla conquista dell’Italia, vagheggiando pieni poteri. Giorgia Meloni, agli occhi della Ronzulli, non era che un alleato ingombrante. La distanza tra le due è stata da subito epidermica: come poteva una milanese di stanza ad Arcore, che bazzica i salotti chic e con un passato al Parlamento europeo, entrare in sintonia con una romana “coatta” della Garbatella, poco abituata a smancerie ipocrite? Ora però le gerarchie sono capovolte…

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MELONI, I CONTATTI CON IL QUIRINALE

Estratto dell’articolo del “Corriere della Sera”

[…] Complicato anche il rapporto con FI: ci sarebbe luce verde per Tajani agli Esteri e per Bernini all’Università, si apprezza Pichetto Fratin, possibile l’ingresso di Cattaneo e forse di un tecnico indicato da Berlusconi, ma resta il no a Ronzulli alla Salute (gli è stato proposto al suo posto Zangrillo), ancora più netta la contrarietà a un possibile ruolo di capo delegazione azzurra per la fedelissima del Cavaliere. Meno complicato distribuire incarichi ai suoi, già avvertiti: «Non dovete crearmi problemi». Dovrebbero entrare al governo Urso, Crosetto, Fazzolari, Fitto. Per gli altri si vedrà presto dove e come: a metà della prossima settimana Meloni vuole chiudere la lista.

PRIMI CONTATTI TRA MELONI E QUIRINALE LO STALLO SULLA GIUSTIZIA PORTA A SISTO

Ilario Lombardo Francesco Olivo per “la Stampa”

[…] L’ex premier in realtà è alle prese anche con il veto sul suo braccio destro, Licia Ronzulli. Meloni non la vorrebbe al tavolo del Consiglio dei ministri. Se sarà obbligata, sostengono i suoi uomini, proporrà per lei un ministero minore, Pari opportunità o Politiche giovanili, e non la Sanità, ambita dalla senatrice. Contro Ronzulli viene utilizzato un argomento: la sua posizione nettamente a favore del Green Pass e dell’obbligo vaccinale, un modello che Meloni ha definito «cinese».

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