di Alessandro Della Guglia per Il Primato nazionale
Michel Houellebecq o Salman Rushdie? Nessuno dei due, ovviamente. Quasi mai i favoriti alla vigilia si aggiudicano il Nobel per la Letteratura. E ormai il prestigioso premio ha preso una deriva ideologica talmente marcata che ogni anno non resta che attendere pazienti la scelta correct, per poi darsi agli sbadigli. Stavolta il Nobel se l’è aggiudicato Annie Ernaux, celebre scrittrice francese che infinite perle regalò a tutti noi. Una su tutte, nel lontano 1994, allorché venne intervistata da Ulderico Munzi sul Corriere della Sera: “Non farei mai l’amore con un fascista, ma neanche con uomo di destra moderata”, disse l’autrice transalpina. Bischerata isolata in un mare di acute osservazioni? Macché, la super femminista Ernaux ci ha rifilato di tutto, anche in tempi più recenti.
Annie Ernaux, un Nobel alla sparata di sinistra, contro la destra
Dagli appelli per il compagno Cesare Battisti alla “maternità non essenziale”, fino alle lodi sperticate per il movimento Me Too. “Mia madre incarnava la forza e la libertà, faceva un lavoro, la commerciante, che la portava a vivere socialmente fuori di casa. Mi ha incitato a fondare il mio futuro su una professione, il futuro di donna prima di tutto, e la maternità non faceva parte dell’essenziale”, disse nel 2019 in un’intervista rilasciata al Fatto Quotidiano.
Perfetto simbolo della gauche al caviale francese, la Ernaux, con spruzzate di ribellismo vetero comunista. “Detesto Macron molto più di quanto non detestassi Sarkozy”, dichiarò in un’intervista all’Express. “Non gli perdono il disprezzo e l’arroganza. Ma vivo a Cercy, nuova città multietnica e multiculturale, e non posso lasciare passare Marine Le Pen, so quanto i giovani soffrirebbero con lei al potere”. Folgoranti visioni, d’altronde la scrittrice francese è sempre stata convinta che la politica sia “inseparabile dalla scrittura”. Ineccepibile, sembra proprio che ne siano convinti anche a Stoccolma. Fin qui l’aneddotica, per la carrellata delle sue opere – da Gli anni a La donna gelata – ci sono Wikipedia e i giornali correct che oggi tesseranno lodi sperticate della grande autrice francese. Per lo più senza mai averne letto un libro, ça va sans dire.
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