Cortocircuito nel PD! Mentre da una parte votano per mandare altre armi al burattino di Kiev, dall’altra un pezzo di partito aderisce alla pagliacciata di Conte per chiedere la pace

PD IN STATO CONFUSIONALE! NEL GIORNO IN CUI IL MINISTRO DELLA DIFESA DEM LORENZO GUERINI (DI “BASE RIFORMISTA”), ILLUSTRA AL COPASIR IL QUINTO DECRETO SULLE ARMI ALL’UCRAINA, UN PEZZO DI PARTITO (I SINISTRATI DEM) SI DICHIARANO PRONTI A SCENDERE IN PIAZZA CON IL PACI-FINTO CONTE (CHE SECONDO LA VULGATA BETTINIANA SI CONFERMA “PUNTO DI RIFERIMENTO FORTISSIMO” DI TUTTI I PROGRESSISTI) – APERTURE ANCHE DA FRATOIANNI E ARTICOLO 1. ANCHE LA BOLDRINOVA E’ PRONTA A STRUGGERSI IN PIAZZA. E DELRIO…

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

Era un vecchio pallino di Giuseppe Conte, l’idea di una manifestazione «per la pace». Ne parlava quando il M5S ancora teneva un piede dentro e uno fuori dal governo. Prima della crisi, prima delle elezioni. Nel giorno del compleanno del M5S (13 candeline) l’ex premier cita San Francesco e rilancia l’idea. E fa breccia nell’ex campo largo: da Nicola Fratoianni a frange della sinistra Pd e dei cattolici dem.

Tanti concordano, con diverse sfumature. Il leader stellato ripropone l’idea della piazza pacifista dalle colonne del quotidiano dei vescovi, Avvenire.

Il timing non è casuale: lo fa nel giorno in cui il ministro della Difesa uscente, Lorenzo Guerini, illustra al Copasir il quinto decreto sulle armi all’Ucraina. L’ex presidente del Consiglio pizzica le stesse corde della scorsa estate. «L’ossessione di una ipotetica vittoria militare sulla Russia – dice – non vale il rischio di un’escalation con ricorso all’utilizzo di armi nucleari e di affrontare una severa depressione economica da cui sarà difficile uscire».

Dunque secondo il presidente del Movimento urge «una manifestazione, senza bandiere». Critica il decreto con cui Zelensky sospende i negoziati con la Russia. E si mette in scia alle richieste che giungono da più parti, dai territori, dal mondo cattolico. «La manifestazione – è convinto – rafforzerebbe il protagonismo dell’Italia sulla strada della diplomazia, coinvolgendo gli altri partner Ue e uscendo da questa situazione in cui l’Europa risulta non pervenuta».

Una data non c’è. Nemmeno una location, anche se probabilmente sarebbe Roma. Eppure la proposta trova consensi. Il primo endorsement, via tweet, arriva da Luigi de Magistris, capofila di Unione popolare. Si accoda Rifondazione comunista. Ma le aperture non arrivano solo dal fronte extraparlamentare, a sinistra del M5S. Al partito di Nicola Fratoianni l’idea piace. «Quando ci sono manifestazioni per la pace ci siamo sempre, purché non siano iniziative di parte», mette a verbale Elisabetta Piccolotti, della segreteria di Sinistra Italiana. «Per noi va sempre bene andare in piazza per la pace», commenta Arturo Scotto, coordinatore di Articolo 1, il partito di Pierluigi Bersani e Roberto Speranza.

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Anche nel Pd si aprono spiragli.

Dice Laura Boldrini: «Ci sarò». Per l’ex presidente della Camera, «si sente la mancanza di una mobilitazione per la pace. Va rilanciata l’azione diplomatica ad alto livello, anche se Putin è un guerrafondaio. E il Pd deve esserci, non va lasciato un vuoto». Soprattutto se poi c’è il M5S a riempirlo. Per Gianni Cuperlo «qualsiasi manifestazione per la pace è auspicabile, anche se va confermato il nostro sostegno all’Ucraina. Ma il Papa non può essere lasciato da solo».

L’ex ministro Graziano Delrio, esponente di punta dei cattolici dem, non ha dubbi: in piazza ci andrebbe di sicuro. «Sostegno alla pace e al negoziato sempre. Per questo abbiamo appoggiato gli sforzi di Draghi e Macron. E abbiamo sostenuto come gruppo Pd la manifestazione a Kiev del Movimento europeo azione nonviolenta». Altri, al Nazareno e dintorni, sono decisamente più freddi. Inquadrano la mossa come l’ennesima Opa a sinistra dei 5 Stelle. Non solo la corrente Base riformista di Guerini, che appoggia Stefano Bonaccini. «Ovviamente siamo tutti per la pace ragiona Matteo Orfini – E le manifestazioni per la pace sono sempre una cosa buona e giusta. Quanto a Conte, abbiamo avuto idee molto diverse su come la si costruisce. Consideravo le sue posizioni sul tema ambigue e discutibili. E non ho cambiato idea».

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