“Io ministro? Pronto a dare consigli per il paese che amo” Bassetti si è montato la testa: Meloni non lo ha mai cercato, lui rilascia interviste come se fosse il Nobel dei Nobel

Bassetti: “Io ministro? Pronto a dare consigli per il paese che amo”

Il direttore della clinica malattie infettive del San Martino di Genova risponde così alle voci che lo danno fra i possibili candidati a far parte del governo

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“Io ministro? Pronto a dare consigli per il mio paese che amo”. Così Matteo Bassetti, direttore Clinica Malattie Infettive ospedale San Martino di Genova, a ’24 Mattino’ su Radio 24. “Io sono contento – aggiunge Bassetti – di fare quello che faccio, poi se si vorrà chiedermi un consiglio sarò ben lieto di darlo perché amo questo paese, lavoro per un’università pubblica, per un ospedale pubblico, credo – conclude- che il nostro Sistema sanitario nazionale abbia bisogno di tanti consigli e quindi sono pronto a darli”.

IL PERSONAGGIO

Bassetti è uno degli infettivologi che più sono comparsi sui media nell’emergenza Covid e da tempo è uno strenuo difensore delle campagne di vaccinazioni, ma allo stesso tempo sostiene la necessità di allentare le regole sulla gestione del virus, di lui si è sempre detto che è vicino al centrodestra, e in quest’ottica è girato anche il suo nome fra i papabili per la carica di ministro. In passato era girato il suo nome come possibile assessore alla sanità della Regioen Liguria, ma lui ha sempre detto di essere piuttosto disponibile per un ruolo  al ministero.

Contagi in risalita

A proposito del virus invece e dell’aumento dei contagi Bassetti dice che “era ampiamente atteso che con la prima settimana di ottobre avremmo avuto un incremento significativo dei contagi dal momento che si è tornati a scuola, si è tornati alle attività produttive, si sta più su autobus, tram, in generale c’è un maggior contatto. Ma l’indicatore non deve essere quanta gente ha il tampone positivo, vogliamo sapere quanta gente ha dei sintomi gravi, quanta gente va in ospedale”. Secondo Bassetti, la semplice valutazione della positività a SarsCov2 è uno “strumento anacronistico”, considerato che la gran parte della popolazione si è vaccinata o ha sviluppato immunità naturale. “Io vorrei sapere a distanza di due anni che cosa serve il bollettino italiano che ci dice quanta gente ha il tampone positivo e non ti dice quanti vanno in ospedale con la polmonite, quanti vanno in ospedali positivi ma asintomatici, quanti hanno sintomi diversi”, ha aggiunto.

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