di Matteo Milanesi per il blog di Nicola Porro
Dopo il tracollo elettorale del 25 settembre, che ha portato laĀ Lega di Matteo Salvini a dimezzare i propri voti rispetto al 2018, non sembra porsi la parola fine alle grane del segretario del Carroccio. Le dichiarazioni dellāex presidente della Lombardia, Roberto Maroni, sul cambio di leadership; lāindiscrezione di numerosi quotidiani italiani, secondo i quali il Capitano vedrebbe sfumato il Viminale nel prossimo governo Meloni; il crollo elettorale nelle roccaforti Veneto e Lombardia: sono solo alcune delle questioni principali che ruotano attorno alla sede di Via Bellerio a Milano.
Dalla giornata di ieri, arriva unāaltra brutta notizia, segno di unāoggettiva presenza di faide nel movimento:Ā Umberto Bossi, il fondatore del partito,Ā ha dato vita alla prima corrente leghista. Ć un ritorno alle origini: un Carroccio autonomista, secessionista, che ripone al centro il sogno dellāindipendentismo padano. E la riesumazione dei primi momenti della Lega sono chiari. Non ĆØ un caso, infatti, che la corrente prenderĆ il nome diĀ āComitato del Nordā, in ricordo di quel segmento politico, dal nome Lega Lombarda e Liga Veneta, che prenderĆ poi la denominazione di Lega Nord, a partire dal 1989.
Lāobiettivo, spiega Bossi, rimane quello di āriconquistare tutti gli elettori del Nord, visto il risultato elettorale dello scorso 25 settembreā. Quasi immediata ĆØ stata la risposta della segretaria leghista, che pare cercare di stemperare le tensioni: āQuesto governo sarĆ quello che attuerĆ Ā lāautonomia delle RegioniĀ che la Costituzione prevedeā. E continua in una nota: āĆ nel programma del centrodestra, non costerĆ nulla. Anzi farĆ risparmiare milioni, avvicinerĆ i cittadini alla politica, taglierĆ sprechi e burocraziaā.
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Nonostante tutto, a Bossi, lāidea di un partito capace di conquistare anche consensi al Sud, in grado di parlare ad una platea molto piĆ¹ estesa, che non riguardi solo gli autonomi e gli imprenditori lombardi o veneti, non sembra convincere. Sin dallāinizio della segreteria Salvini,Ā lāobiettivo del Capitano fu quello di reinventare una Lega nazionale, con la formazione della corrente āNoi con Salviniā, corrispondente alla vecchia Lega Nord ma per il meridione; fino ad arrivare allāeliminazione delle parole āNordā e āPadaniaā dal simbolo del partito. E la scelta pareva proprio aver giovato al Carroccio, almeno in termini elettorali.
La percentuale ottenuta da Salvini pochi giorni fa, infatti, avrebbe rappresentato un exploit per i tempi che furono, quelli di una Lega settentrionale e secessionista. Fatta eccezione una tornata elettorale, quella del 1996, dove Bossi riuscƬ a sfondare quota 10 per cento,Ā i migliori risultati storici del Carroccio si devono riportare proprio alla guida Salvini. Il Capitano prese in mano un partito che, nel 2013, era martoriato dagli scandali e superava di poco il 4 per cento, per portarlo al 6 dopo un solo anno, fino ai trionfi delle Politiche 2018 e delle Europee 2019.
Quella Lega salviniana, capace di sfondare anche quota 34 per cento, ĆØ giunta al suo tramonto? Ancora presto per dirlo. Sicuramente, il lavoro che la coalizione di centrodestra dovrĆ compiere a Palazzo Chigi sarĆ decisivo. Ed ĆØ da qui che vedremo se il Carroccio riuscirĆ a tornare alle percentuali di tre anni fa, o se sarĆ destinato, per lungo tempo, a soccombere alla presidenza di Giorgia Meloni. Ad oggi, perĆ²,Ā la leadership di Matteo Salvini non ĆØ assolutamente in discussione. La stessa Lega ha riposto āpiena fiduciaā al Capitano, il quale ācontinuerĆ ad avere un ruolo fondamentaleā. Seppur timidamente, perĆ², cominciano a manifestarsi i primi mugugni interni.