Governo Meloni, i rumors di oggi danno ancora uno stallo sulla composizione della squadra: in discesa, per fortuna, le quotazioni del nullo Tajani agli Esteri

L’equilibrio tra figure tecniche ed esponenti politici nel prossimo governo è un nodo che, in queste ore, tiene banco nella maggioranza di centrodestra. È quello che si legge in un retroscena su La Stampa. Il timore che Giorgia Meloni “voglia affidare le caselle principali dell’Esecutivo ai tecnici e, di conseguenza, relegare nelle seconde fasce leader e altri esponenti di partito sta agitando, e non poco, Lega e Forza Italia. Sono preoccupazioni confermate da diverse fonti messe a conoscenza delle trattative che la presidente di Fratelli d’Italia sta tenendo in queste ore dal suo ufficio della Camera”.

L’articolo del quotidiano torinese, poi, prosegue con un possibile schema di caselle, il problema da risolvere partirebbe tutto dal Viminale, chiesto a gran voce da Salvini. Per quanto sul suo nome ci sia “un veto quirinalizio e anche il processo in corso su Open Arms a suo carico è un grosso macigno”. Dunque, ora, “il problema è: dove metterlo? Se reggerà lo schema di Tajani-Salvini vicepremier, il capo della Lega accetterà di finire in un ministero minore come l’Agricoltura, magari sommata al Turismo, mentre l’ex presidente dell’Europarlamento porterà i prestigiosi galloni della Farnesina in giro per il mondo? Ecco perché Meloni vorrebbe risolverla con una scelta tecnica”.

I nomi che si fanno sono “Un prefetto (Giuseppe Pecoraro o Matteo Piantedosi) all’Interno, e un diplomatico (gira molto il nome di Stefano Pontecorvo) agli Esteri. Oppure concedere a Tajani il ministero che chiede (o, in alternativa, la difesa) e lasciare alla Lega la Giustizia (a Giulia Bongiorno, per esempio) sempre che Salvini accetti il sacrificio). Inoltre, stando ai rumors, una certa fibrillazione starebbe attraversando anche Forza Italia: “una parte dei dirigenti del partito si è rivoltata contro Tajani, accusato di trattare per sé, in solitaria, con Meloni”.

Dunque, in un colloquio telefonico con la leader di Fratelli d’Italia “Berlusconi le ha chiesto conto dell’incontro di martedì con Tajani, del quale non sarebbe stato avvisato (‘ma è stato lui a chiedermi un appuntamento’, la risposta). Circostanza inaccettabile per il leader: ‘da adesso in poi tratta con me’”. Tuttavia, questa ricostruzione, si chiarisce nell’articolo, è stata smentita sia dallo staff di Giorgia Meloni che dallo stesso Tajani.

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