di Cristina Gauri per Il Primato Nazionale
Cade la sinistra e tutta l’armata delle tenebre dei più feroci tromboni del progressismo da terrazza romana, tranne la Boldrini. Il responso delle urne è stato impietoso. Cade il fronte dei big più altisonanti noti alle cronache per le altrettanto altisonanti sparate e per gli scandali più grotteschi. Gente a cui gli italiani hanno pagato lo stipendio per anni, in alcuni casi per decadi, come lo si pagherebbe non a dei servitori dello Stato, ma a dei saltimbanchi messi lì per intrattenere alla rovescia: incazzature al posto delle risate.
La Boldrini atterra in piedi
Bonino e i suoi peana sulla droga di Stato e la cittadinanza italiana anche agli opossum; Cirinnà, il cagnolino ricco e i 74 gender; Fiano che vede fasci littori anche nelle nuvole in cielo; Andrea Romano e le sue proposte di negare la parola a chi metteva in discussione il vaccino. Tutti a casa. Ci stava quasi pervadendo un senso di smarrimento: e ora di chi rideremo? Di chi riporteremo fedelmente gli sfondoni? Di cosa nutriremo i nostri lettori, ansiosi di atrocità woke mutuate dall’incubo gender made in Usa, proposte extraterrene al sapore di distacco totale dalla realtà, notizie false scodellate con nonchalance a supporto di tesi insostenibili, proposte di legge liberticide? A guardia di questo mondo, sentinella fedele della trincea che separa le Ztl dal mondo dei puzzoni, ne rimarrà una sola: Laura Boldrini, eletta nel blindatissimo collegio plurinominale Toscana2.
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Ma non sarà più la stessa cosa
Certo, finché il governo reggerà non sarà più la stessa cosa. La Boldrini ci farà quasi tenerezza, con i suoi slogan frusti, il ditino stanco, a guardia esausta dell’uso delle desinenze in -a, confinata in un angoletto dove potrà nuocere in misura più contenuta. «L’esito di queste elezioni dice che il Pd deve avere una maggiore presenza tra la gente, nei luoghi di lavoro, dove le marginalità rappresentano un ostacolo allo sviluppo sociale, nelle periferie e tra i giovani». Laurona nazionale, ormai marginalizzata, a caccia di marginalità per rilanciare il partito. Dal Bosco verticale al Giambellino, Laura è pronta a tapparsi il naso, per il partito, per la gggente. Avremo ancora materiale per intrattenervi.