“Renzi mi farà fuori? Tutte idiozie, sono cose che non stanno ne in cielo ne in terra. Renzi ha fatto un passo indietro, non è un mio amico, mai stato, in politica non si hanno amici, conta che la pensiamo allo stesso modo su alcune cose”. Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, ai microfoni di “24 Mattino” su Radio24.
“Sono convinto che in quattro mesi, se vince la destra, siamo come nel 2011, con lo spread alle stelle e il commissariamento dell’Italia” ha detto ancora.
“Per tenere basse le bollette da qui a parecchio tempo servirà sganciare elettricità dal gas e interventi per le aziende energivore. Servono 15 miliardi ogni due mesi per le imprese piccole e grandi che hanno una componente energivora. Servono 90 miliardi in 12 mesi per questo ho chiesto alla politica di cancellare le promesse elettorali” ha aggiunto.
Alla fine sono andati tutti a sostenerla: Carlo Calenda, Matteo Renzi e Mara Carfagna. La professoressa Stefania Modestino D’Angelo magari non si occuperà di esteri come aveva promesso il leader di Azione, ma sicuramente è tenuta in considerazione da parte dei leader dei due partiti. La candidata capolista al Senato nel collegio plurinonimale Campania 2 ha postato le foto dell’appuntamento elettorale a Napoli: c’è lei insieme ai big del partito, compreso l’ex presidente del Consiglio che appena sei anni fa definitiva un “pinocchio”.
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Modestino D’Angelo era finita al centro delle polemiche, in primis degli stessi sostenitori di Azione e Italia Viva, subito dopo la chiusura delle liste. Perché? I suoi giudizi sulla politica estera, ma anche sugli stessi leader che l’avevano candidata, non erano proprio allineati alle visioni di Calenda e Renzi. Emmanuel Macron? Un fattorino. E Ursula von der Leyen una “femme de chambre”. Lukashenko, poi, uno “bravo” che fa “quello che l’Europa non è stata capace o non ha voluto fare per compiacere Biden”. Volodymyr Zelensky era invece un “nemico del suo popolo”. La storia? “Darà ragione a Putin”. E sull’Ucraina, il professor Alessandro Orsini, tanto osteggiato da Carlo Calenda e Italia Viva, è uno che “ragiona”. Così come è “brava” Donatella Di Cesare. E Renzi? Un pinocchio, lo definì scattandosi una foto accanto a un burattino. Adesso le foto se le fa con il Renzi in carne ed ossa.
Calenda era stato costretto ad ammettere che le sue affermazioni era “fuori dalla linea” di Azione, il cui simbolo campeggia insieme a quello di Iv insieme al Renew Europe di Macron. “Mi assumo piena responsabilità di aver accettato l’indicazione del territorio – aveva il leader di Azione – Resta in lista ma dovrà limitare la sua attività”. In particolare, non occuparsi di esteri. Nient’altro, se non l’assunzione di responsabilità per “non aver verificato i post sulla politica estera”. Una presa di distanze, insomma, che sembra acqua passata, come fa notare Angelo Bonelli di Alleanza Verdi-Sinistra: “Le parole sul serio di Carlo Calenda che aveva preso le distanze da Modestino. A Napoli a sostenere la campagna elettorale della putiniana Stefania Modestino candidata di Azione che definì Zelensky un traditore e Von der Leyen ‘une femme de chambre’. La serietà in politica”.