Giuliano Amato finalmente fuori dalle balle! Finito il mandato alla consulta, lo aspetta un super vitalizio. Per il futuro vedremo chi andra’ al suo posto: devono esprimersi sulla legalita’ dell’obbligo di vaccinazione

Nominato 9 anni fa giudice costituzionale dal presidente Napolitano e a gennaio di quest’anno eletto all’unanimità, il mandato dell’ex premier e ministro scadrà tra una decina di giorni

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CONSULTA: L’ADDIO DI AMATO. ECCO GLI SCENARI SULL’OBBLIGO VACCINALE

di Elisabetta barbadoro per Byoblu

Il presidente della Corte Costituzionale Giuliano Amato terminerà il 18 settembre il suo mandato. La notizia non è di poco conto se si pensa che la Consulta tra circa due mesi e mezzo dovrà esprimersi sulla legittimità dell’obbligo vaccinale anti-Covid19. “Tra poco più di una settimana terminerò il mio impegno pubblico” ha annunciato Amato durante un incontro davanti ad una platea di studenti. A questo punto la sentenza attesa il 29 novembre sarà firmata dal suo successore.

Le tappe per l’elezione del nuovo presidente

Dal 19 settembre partirà l‘iter per l’elezione del nuovo vertice: attesa in prima battuta la nomina da parte del presidente della repubblica Sergio Mattarella del giudice che andrà a coprire il posto lasciato vacante da Amato nel plenum della Corte. Dopo il giuramento del nuovo giudice, la Consulta si riunirà per l’elezione del presidente, in cui sono favoriti i tre vicepresidenti nominati proprio da Amato come primo atto dopo l’elezione a presidente a fine gennaio 2022. Sono Daria de Pretis, Silvana Sciarra Nicolò Zanon.

Cosa disse Amato sull’obbligo vaccinale

Giuliano Amato si era espresso sull’obbligo vaccinale in un’intervista prima ancora che il quesito sulle legittimità fosse depositato presso la Consulta, affermando che “i trattamenti obbligatori sono in funzione della tutela della salute del singolo e anche dell’interesse collettivo alla salute“.
Una linea chiara quindi, che lascia presagire una sentenza favorevole all’obbligo vaccinale, ritenuto non lesivo dell’articolo 32 della Costituzione che nel secondo comma dispone che “nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge“.
Se per la successione alla presidenza della consulta sarà eletto uno dei tre giudici nominati da Amato alla vicepresidenza, una previsione sulla sentenza del 29 novembre si potrebbe già tracciare.

La sentenza della Consulta di gennaio 2018

Con un pronunciamento pubblicato dalla Corte Costituzionale il 18 gennaio 2018 è stato dichiarato legittimo l’obbligo vaccinale pediatrico, si tratta della sentenza n.5 del 2018, redatta da Marta Cartabia (oggi ministro uscente della Giustizia) e firmata dall’allora presidente Paolo Grossi, e dai giudici del plenum, tra cui de Pretis, Sciarra e Zanon: quelli che quest’anno Amato ha nominato alla vicepresidenza e che oggi sono favoriti per la successione.

In questo caso veniva sollevata, attraverso un ricorso mosso da Regione Veneto, la questione di legittimità costituzionale sul decreto legge n.73 del 2017 che impone dieci vaccini obbligatori ai minori di età compresa tra zero e 16 anni. La Consulta ha respinto il ricorso presentato dall’ente affermando che l’obbligo è legittimo “se il trattamento è diretto non solo a migliorare o a preservare lo stato di salute di chi vi è assoggettato, ma anche a preservare lo stato di salute degli altri; se si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili; e se, nell’ipotesi di danno ulteriore, sia prevista comunque la corresponsione di una equa indennità in favore del danneggiato, e ciò a prescindere dalla parallela tutela risarcitoria».

In pratica in quel caso la Corte Costituzionale aveva stabilito che l’obbligo vaccinale è legittimo se tutela lo stato di salute dell’individuo e degli altri, che le conseguenze della somministrazione, se sono ritenute normali, sono tollerabili e che l’obbligo è legittimo anche in presenza di danni ulteriori se è previsto il risarcimento.

Una sentenza decisamente sfavorevole a chi invoca libertà di scelta in campo sanitario. Si tratta di un pronunciamento della Corte Costituzionale su una materia molto simile a quella su cui il plenum è chiamato a decidere il 29 novembre, e se questi sono i precedenti la linea sembra già tracciata.

Ma mancano due mesi e non è il caso di abbandonare la speranza, ovviamente quella con la “esse” minuscola.

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