Si sta concludendo la terza estate di pandemia e nonostante la diffusione dei vaccini e una variante intrinsecamente meno virulenta come Omicron il numero di morti di questa estate è altissimo, come mai?

Sars-CoV2 è un virus respiratorio che si diffonde tramite particelle (droplets) e areosol, abbiamo imparato che purtroppo non circola soltanto in inverno come gli altri virus respiratori ad esempio l’influenza. Le nuove varianti della famiglia Omicron grazie alla loro altissima trasmissibilità e capacità di aggirare parzialmente il sistema immunitario hanno contagiato milioni di persone negli ultimi mesi causando un numero considerevole di decessi.

Il primo agosto 2020 abbiamo registrato 6 decessi, un anno dopo nel 2021 i morti erano 16 e quest’anno addirittura 172. Quella del 2020 è stata un estate molto particolare, uscivamo da diversi mesi di lockdown totale il quale ha praticamente azzerato la circolazione virale, inoltre possiamo immaginare che la popolazione fosse in generale più prudente.

Nell’estate del 2021 le misure di contenimento erano minime ma la popolazione, soprattutto quella a rischio iniziava ad essere vaccinata, e circolava la variante Delta. Non particolarmente contagiosa ma con una discreta virulenza. Infine l’estate 2022 è stata caratterizzata dalla circolazione delle varianti estremamente contagiose Omicron in una popolazione fortemente vaccinata o guarita.

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Guardando il numero grezzo di decessi l’estate 2022 è andata decisamente peggio delle precedenti ma è davvero cosi o qualcosa è cambiato?

Il numero di decessi è correlato al numero di contagi e si può esprimere sotto forma di CFR, cioè il case fatality rate, in pratica la probabilità per un qualsiasi soggetto positivo alla Covid19 di morire a causa dell’infezione.

Per renderci conto del significato di questo parametro proviamo a fare un esempio: un soggetto di 50 anni nell’estate del 2021 contrae la Covid19, il suo rischio di finire in ospedale è 11%, il suo rischio di finire in terapia intensiva è del 0.45% mentre il rischio di decesso è 0.8%. Ovviamente stiamo parlando di un rischio medio per quella fascia di età in quel periodo.

Prendiamo la stessa persona di 50 anni ma nell’estate 2022: rischio ospedalizzazione è del 0.5%, rischio terapia intensiva 0.01% cosi come il rischio di decesso è 0.01%.

Abbiamo imparato che la Covid19 è una malattia più aggressiva con l’aumentare dell’età e della presenza di comorbidità quindi le percentuali espresse nell’esempio scendono allo scendere dell’età e salgono con gli anni. L’85% dei decessi di Covid19 ha più di 70 anni e il 70% ha più di 3 patologie pregresse.

Questi numeri vanno ulteriormente disaggregati tra i soggetti vaccinati e non, infatti l’età media dei deceduti vaccinati è 84,7 anni mentre per un soggetto non vaccinato è 78.6. Per quanto riguarda il numero di patologie pregresse i soggetti deceduti vaccinati hanno in media 4.9 patologie mentre i soggetti senza vaccino hanno in media 3.9 patologie.

Ma quindi oggi com’è la situazione generale della Covid19?

Se un soggetto oggi contrae la Covid19 nel 99% dei casi non necessita di ospedalizzazione, e il 99.86% dei soggetti sopravvive. Percentuali di questo tipo però possono trarre in inganno e illuderci che ormai la Covid19 sia una malattia totalmente innocua.

Purtroppo sappiamo che non è cosi, sappiamo ad esempio che l’esisto della malattia è totalmente diverso in base all’età, alla presenza o meno di co-morbidità ed infine sappiamo che l’esito cambia radicalmente tra soggetti vaccinati e non vaccinati. Va anche ricordato che alcuni soggetti presentano i sintomi della Covid19 anche a distanza di mesi dall’infezione. Quindi grazie ai vaccini la mortalità della Covid19 è crollata da inizio pandemia ma per alcune categorie rimane una malattia pericolosa, inoltre ricordiamoci sempre che un virus poco contagioso ma molto letale farà sempre meno morti di un virus molto contagioso ma poco letale.

Questo articolo è stato scritto con il contributo ed i dati di Francesco Branda dottorando presso l’università della Calabria.