Sarai ricca ma rimani ignorante: la figuraccia della Ferragni sul tema dell’aborto. I suoi suggeritori del PD le hanno passato dati tarocchi

La bufala della Ferragni: dati vecchi, col Pd era peggio

Nel 2019 col centrosinistra il 73% dei medici era anti aborto. Ora è il 70%

A un mese esatto dal voto, in campagna elettorale entra a gamba tesa pure Chiara Ferragni. Non è la prima volta che l’influencer fornisce appoggio esterno al Partito democratico e alla sinistra in affanno e stavolta ha rilanciato il post di un altro profilo Instagram, in cui testualmente si dice che «FdI ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa».

Peccato che sia una bufala. Il post decontestualizza infatti il dato secondo il quale nelle Marche il 70% dei medici sia obiettore di coscienza, lasciando intendere che questo sia frutto della gestione di Francesco Acquaroli, in forza Fdi e governatore dal 2020.

I trascorsi della Regione Marche, però, raccontano un’altra verità. Nel 2012, quando il governatore era Gian Mario Spacca (eletto con il centrosinistra), l’Associazione Vita di Donna e la Cgil denunciavano che nell’ospedale di Jesi 10 ginecologi su 10 erano obiettori. E secondo i report, nella Regione, al 31/12 di quell’anno, gli obiettori erano il 68% dei medici e il 73% dei paramedici.

Guardando ai dati di qualche anno dopo, per esempio a quelli del 2017 quando il governatore della Regione era Luca Ceriscioli (Pd), l’associazione Non una di meno parlava del 71,2% di medici obiettori, «escluso l’ospedale di Ancona che non ha risposto». Un dato che già all’epoca era in linea con quello nazionale, con il governo di Paolo Gentiloni (Partito democratico).

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E poi ancora, nel 2019, sempre sotto la guida Pd, le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil fecero uno screening di tutti gli ospedali della Regione dal quale risultò che a essere obiettori era il 73% dei ginecologi. Si arriva poi al 2020, quando a settembre si è insediato Acquaroli. Alla fine di quell’anno, secondo quanto riporta il giornale della Cgil, i medici obiettori di coscienza nelle Marche erano il 70%. L’ultimo report ufficiale del Ministero della Salute è stato presentato lo scorso 13 giugno 2022 con i dati definitivi proprio del 2020 (lo stesso 70% denunciato dal sindacato). Nessun dato ufficiale sulla situazione attuale: insomma, la polemica si basa su informazioni che riguardano la giunta di centrodestra in carica da soli tre mesi.

E mentre da sinistra applaudono alle parole di Chiara Ferragni, che invita «ad agire» perché «queste cose non accadano», la stessa associazione Non una di meno, che da anni segue l’evoluzione del numero dei medici obiettori di coscienza, sottolinea che quella delle Marche è una situazione «che va avanti ormai da anni, da quando c’era il governo di centrosinistra». Persino le femministe – secondo cui la situazione «negli ultimi due anni, con il governo di centrodestra, si è ulteriormente accentuata» – devono ammettere di non avere «dati aggiornati sull’obiezione di coscienza» e che «gli ultimi risalgono al 2020». La solita polemica strumentale della sinistra.

 

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