Massimo Giletti e Maria Giovanna Maglie, in caso di vittoria del centrodestra per entrambi un clamoroso ritorno da mamma Rai

Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”

FdI sogna la rentrée in Rai di Massimo Giletti. La Lega è pronta a rilanciare Mariagiovanna Maglie, indennizzo per il mancato scranno in Parlamento e soprattutto per la striscia quotidiana saltata, con polemiche, ai tempi gialloverdi. Oltre la cortina dei bisticci di questi giorni sul confronto elettorale fra leader, che Enrico Letta e Giorgia Meloni vorrebbero fare a due, sotto al Cavallo alato l’aria è già cambiata.

È sempre la vecchia Rai, d’altronde, barometro che anticipa di un pezzo dove sterza il potere. Si guarda oltre. Sbucano insospettabili meloniani dell’ultim’ ora. L’uomo che tutti cercano, per fargli sapere della conversione, è Giampaolo Rossi, storico emissario Rai di Meloni, ex cda, da settimane al centro delle chiacchiere in qualunque buvette della tv di Stato. «Giampaolo che dice?». Parla poco, ma studia i dossier.

La parola d’ordine, se la scalata della destra a Palazzo Chigi riuscirà, sarà «riequilibrare». Si chiederà dunque all’attuale ad Carlo Fuortes, scelto da Draghi un anno fa e dunque con altri 2 anni di mandato, di mettere mano pesantemente a palinsesti e tg, a sentire FdI infestati da giornalisti di sinistra. Se Fuortes, solidi rapporti con i dem, se la sentirà di intestarsi la svolta meloniana, potrà restare. Altrimenti c’è il precedente Campo Dall’Orto, dimessosi spintaneamente nel 2017.

I primi segnali arriveranno dai tg. Gennaro Sangiuliano, oggi al timone del Tg2, ottimi rapporti con Salvini, ma soprattutto con Meloni (era sul palco della convention di FdI a maggio e si è parlato di una sua candidatura, sempre smentita), sembra proiettato sul Tg1.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Paolo Petrecca, direttore di RaiNews24, immortalato in foto abbracciato a Salvini a Catanzaro («ma ero lì per ritirare un premio », si è giustificato), dovrebbe restare dov’ è, più saldo di prima. Per il Tg2, al posto di Sangiuliano, circolano i nomi di due donne in quota Lega, Angela Mariella, direttrice di Isoradio, o Grazia Graziadei, vice al Tg1.

Un altro nome gradito a FdI è Nicola Rao, altro vicedirettore del Tg1, che potrebbe essere promosso al vertice dei tg regionali. All’attuale direttrice del Tg1, Monica Maggioni, verrebbe comunque offerto un programma di peso. Francesco Giorgino oltre a una trasmissione potrebbe guidare l’offerta informativa, dato che la titolare Giuseppina Paterniti andrà in pensione a stretto giro.

Un altro pensionando, Antonio Di Bella, potrebbe essere rimpiazzato agli Approfondimenti da Simona Sala, sostenuta sin qui da Di Maio ma apprezzata dal Pd. Angelo Mellone, iper meloniano, si prenderebbe il Day Time. Mario Orfeo potrebbe restare al Tg3 in quota dem oppure tornare proprio agli Approfondimenti.

Spifferi sottotraccia, ragionamenti che circolano fra chi segue il dossier nel centrodestra, dove il tabellone del risiko è già sul tavolo. Anche fra i conduttori c’è aria di valzer. Alessandro Giuli, che dentro FdI è considerato un ideologo, sicuramente sarebbe valorizzato. Come Pierluigi Diaco e Nunzia De Girolamo.

Resterebbe al suo posto Bianca Berlinguer, che pezzi del Pd malsopportano, ma è stimata in FdI. Rischia invece Marco Damilano, che sta per partire con la striscia quotidiana “Il Cavallo e la Torre”, su Rai3.

Dicono a destra che «dipenderà dallo share», soggetto però a interpretazioni volubili. Dunque a gennaio, quando saranno presentati i nuovi palinsesti, tutto finirà in discussione. Con l’innesto di nuovi volti graditi: Maglie, appunto. E più in là, Giletti.

«Magari accettasse», gongolano i meloniani, che col Carroccio l’avrebbero voluto fare sindaco di Roma, ma lui declinò. Stavolta chissà. Prima di tutto però, come detto, c’è da sistemare l’ultima bega elettorale, il confronto. Si aspettano le mosse dell’Agcom per domani. Calenda ha già protestato. Salvini ieri ha detto: è bene che ci siano tutti. Il Tg1 ha offerto un dibattito il 15 con tutti i leader. Letta, che ha già scartato la proposta del tavolo a 4 di Enrico Mentana, continua a lavorare per la puntata del 22 da Vespa, solo con Meloni. E pazienza per Calenda, dicono al Nazareno: «Non ci può obbligare, la libertà non è quello che decide lui».

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

"Non sono io, ignoranti!" Albero Zangrillo furibondo: il Corriere da giorni lo spaccia come candidato in Forza Italia. Cosi' ignoranti da non sapere che non è lui, ma il fratello Paolo

Next Article

Le fabbriche saranno costrette ad aprire solo di notte per risparmiare sulle bollette e questi si scannano con polemiche basate sul nulla: Cerno, la bastonata a Letta e Meloni

Related Posts