Non le manda di certo a dire lo storico cantante e bassista dei Pink Floyd, Roger Waters. Di recente, la star ha iniziato negli Stati Uniti d’America il tour musicale “This Is Not a Drill”, ovvero “Questa non è un’esercitazione”. L’evento era in realtà fissato tra luglio e ottobre del 2020, ma la Covid-19 ha deciso di mettere il bastone fra le ruote del cofondatore dei Pink Floyd. L’artista non si fa certo problemi a dire e mostrare quello che pensa. Waters è probabilmente l’unico cantante degno di menzione che ha, ad esempio, sempre sostenuto la liberazione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange.
Waters: “Biden criminale di guerra”
In una intervista rilasciata il 6 agosto 2022 a Michael Smerconish per la CNN, Waters ha detto la sua anche riguardo al conflitto in Ucraina. Waters mostra spesso sul palco immagini, video e messaggi che esprimono la sua posizione sugli argomenti più disparati. Dalla politica, alla libertà d’informazione, fino alle guerre più sanguinolente. E così, il giornalista della CNN chiede all’artista delucidazioni in merito alla scritta “criminale di guerra”, posta in evidenza sul volto del presidente statunitense Joe Biden. “Beh, sta incendiando l’Ucraina, tanto per iniziare è un crimine poderoso”, ha spiegato Waters. “Perché gli Usa non incoraggiano Zelensky a negoziare, per mettere fine a questa orribile guerra che sta ammazzando… Non sappiamo quanti ucraini e russi”, ha aggiunto il settantottenne.
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Le promesse non mantenute della NATO
Smerconish incalza quindi Waters, accusandolo di aver invertito la realtà dei fatti, incolpando il paese che è stato invaso. Ma il talento britannico non si è fatto intimidire: “Beh, ogni guerra. Quando inizia?”, domanda Waters. “Quello che devi fare è leggere la storia”, sottolinea l’artista e aggiunge che “questa guerra consiste nell’azione e nella reazione di una NATO che si spinge fino ai confini russi, cosa che avevano promesso di non fare quando Gorbachev ha negoziato il ritiro dell’URSS dall’Europa orientale”.
Ci vogliono più artisti come Waters
Il conduttore CNN torna poi indietro alla seconda guerra mondiale, definendo gli statunitensi come i “liberatori” del nazionalsocialismo in Europa. Anche in questo caso, Waters ha la risposta pronta: “Siete entrati nella seconda guerra mondiale per Pearl Harbor. Fino a quel punto eravate completamente isolazionisti”, tuona il bassista e ricorda poi i 23 milioni di russi caduti per combattere il nazismo. Waters conclude l’intervista consigliando a Smerconish di ripassare un po’ di storia, un bel sorriso e una stretta di mano finale. Ai tempi del Jova Beach Party, artisti davvero liberi come Waters sono sempre più rari.