Letta sempre più dilettante allo sbaraglio: gli accordi con Calenda e Gigino Di Maio hanno creato un casino tale che rischia di presentare il PD da solo senza alcuna alleanza

Enrico Letta dovrà decidere in giornata sulla questione alleanze. Lo spettacolo di Calenda e Fratoianni su Twitter non è piaciuto affatto non solo a lui, ma anche a Matteo Orfini secondo cui «la reazione migliore alla fine del rapporto con il M5S è andare da soli al voto e, per come si sono messe le cose, potrebbe essere la via migliore per entrare in campagna elettorale con entusiasmo e fiducia». Non sarebbe una mossa così azzardata per i dem, dato che un’eventuale alleanza potrebbe sempre costituirsi a posteriori.

Il piano B di Letta: Pd al voto in solitaria

Nonostante l’impegno di Letta sia ancora quello di costruire una coalizione con Verdi, Sinistra Italiana, Azione e +Europa e forse Impegno Civico, il partito considera comunque ingiustificate e intollerabili le intemperanze social di Calenda e non esclude nulla, nemmeno di presentarsi da solo contro Fratelli d’Italia con una lista allargata a Democratici e Progressisti.

Questo non è e non sarà mai il suo piano principale, ma nella forza politica c’è chi ritiene che, se gli alleati continuano a scontrarsi, sarebbe meglio puntare al 30 per cento in una corsa in solitaria piuttosto che fermarsi ad un risultato complessivo più o meno analogo con una coalizione litigiosa. Il Pd potrebbe dunque puntare a essere il primo partito e ad avere un ruolo di peso nel prossimo Parlamento.

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Le posizioni di Franceschini e Provenzano

Dario Franceschini uno è tra i più convinti che Letta debba mettere gli alleati di fronte ad un aut-aut: o insieme responsabilmente o ognuno per conto suo. Della stessa idea il vicesegretario Peppe Provenzano: «Nella coalizione ci devono essere una gamba di sinistra e una gamba di destra, con meno di questo non ci sarebbero le condizioni»

Il Pd al voto senza alleati resta comunque un piano B  che il segretario dem proverà ad evitare con tutti gli sforzi, ma comunque non da escludere a priori. La risposta potrebbe arrivare in tempi brevi, complice la scadenza per la presentazione delle liste elettorali in vista dell’appuntamento del 25 settembre.

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