“Dopo le elezioni rimango leader anche se dovessimo prendere il 5%” Giuseppe Conte, segnatevi queste parole: vedrete che verranno utili nel prossimo futuro

di Antonio Lamorte per Il Riformista

Giuseppe Conte considera improbabile ma non esclude del tutto un’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico mentre esclude categoricamente un governo con la destra cui “non gli affiderei neanche le chiavi di casa”. Il leader del M5s ed ex Presidente del Consiglio coglie l’occasione di un’intervista al format Metropolis del quotidiano La Repubblica per lanciare un appello agli elettori di centrosinistra: “Agli elettori di sinistra dico questo: se vogliono avere la garanzia che il loro voto non vada sprecato, votino noi”.

Secondo la prima Supermedia dall’inizio della campagna elettorale di Youtrend il Movimento 5 Stelle sarebbe al 10,1%, per il sondaggio Quorum/Youtrend al 9,9%, per SWG è al 10,1%, stando a Demos all’11,3%. Rispetto al 32,7% delle politiche del 2018 e al 17,1% delle Europee del 2019 l’unico movimento è quello che procede in caduta libera. Conte però è sicuro: “Saremo la sorpresa di queste elezioni”. E lui resterà anche se dovesse andare parecchio male, anche con il 5% per esempio.

L’ex “avvocato del popolo” ha illustrato la sua campagna elettorale basata su tre pilastri: giustizia sociale, con reddito di cittadinanza e salario minimo, transizione energetica senza termovalorizzatori, e transizione digitale. Al Pd – di cui dice nell’ordine: che si è messo “in un calderone”, che il voto ai dem “rischia di essere sprecato”, ma con cui comunque non esclude un ritorno – Conte imputa la responsabilità della caduta del governo Draghi. “Il primo a togliere la campanella del governo a Draghi è stato il Pd, con l’inceneritore. Poi Di Maio ha fatto una scissione, bombardandoci tutti i giorni. E poi siamo intervenuti noi. Ma abbiamo incalzato il governo sulle priorità degli italiani. Lo rifarei mille volte”. Il segretario dem Enrico Letta ha intanto escluso e ribadito più volte un’alleanza con il M5s.

Brucia ancora, così sembra, la ferita della scissione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Ho sottovalutato quello che stava accadendo con Di Maio durante l’elezione del Quirinale. Ha cercato di accreditare il fatto che controllasse tutti i voti. Andava chiarito subito che non era vero – ha ammesso Conte – Ci sono rimasto male. Adesso Di Maio deve dimostrare se ha la stoffa del leader che non abbandona coloro che ha portato con sé, oppure se cerca un posto sicuro sotto le insegne del Pd, vicino Bibbiano”.

Scavalca la censura di regime dei social. Seguici via Telegram, basta un clic qui >https://t.me/capranews

Il leader del M5s riferisce che l’ex pasionario pentastellato Alessandro Di Battista non ha ancora sciolto la riserva su una sua eventuale candidatura: “Se Di Battista vuole dare un contributo mi fa piacere, ovviamente troverà un M5S cambiato. Abbiamo una carta dei valori e una chiara identificazione atlantica”. L’ex sindaca di Roma Virginia Raggi “resterà consigliere comunale”. Non è esclusa la candidatura di Michele Santoro.

Il M5s sarà oggi alle prese con le Parlamentarie per scegliere i suoi candidati. La Stampa scrive in un retroscena che potrebbero essere della partita anche il sociologo Domenico De Masi e il sindacalista Aboubakar Soumahoro. Conte stesso vorrebbe scegliere i capilista. Dibba, secondo Il Fatto Quotidiano, avrebbe scelto garanzie per candidarsi: rassicurazioni su temi e battaglie politiche. Il suo ritorno in campo non sarebbe proprio gradito a tutto lo Stato Maggiore grillino.

Total
0
Shares
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Previous Article

Paragone, una mazzata a pochi giorni dalla presentazione delle liste: Alternativa esce dall'alleanza con Italexit. Contestata la presenza di 'neofascisti' tra i candidati

Next Article

Strage degli innocenti, Londra lancia l'allarme: un incredibile boom di decessi tra gli under 40 che si sono vaccinati

Related Posts